Con un’incidenza di nuovi casi settimanali quasi tripla rispetto al resto della provincia, un anno dopo il Comelico è ancora il centro di una nuova ondata di covid – 19. Nell’ultima settimana (dall’11 al 17 novembre) nell’area più a nord del Bellunese si registra una incidenza settimanale di 420 casi su 100 mila abitanti. Mentre il resto della provincia si ferma a 152.
Un caso singolare, che mette in allarme Usl1 e medici di base. La vicinanza del Comelico con Alto Adige, Austria e Friuli Venezia Giulia (tre territori dove l’incidenza dei casi è al momento molto elevata – in Austria si sfiorano i 1000 nuovi casi a settimana ogni 100mila abitanti) e i numerosi scambi per lavoro, famiglia e divertimento, mettono il Comelico sotto la lente d’ingrandimento.
E così arriva l’appello dei medici di base. Sì, perché il Comelico, oltre ad essere l’epicentro della nuova ondata, è anche uno dei territori del Bellunese dove la percentuale di vaccinazione è minore. Tutti i 5 comuni dell’area sono sotto la media provinciale, che è dell’84,2% di over 12 vaccinati con la prima dose, 82,3 con la seconda. Il comune del Comelico più virtuoso in tal senso è Santo Stefano di Cadore, con l’82,5% di vaccinati con prima dose, ma solo il 69,7 con anche la seconda. Segue Danta (80,4% di prime dosi, 69,5% di seconde). Poi, molto lontani, gli altri. San Nicolò Comelico conta il 76,5% di prime dosi, il 65,7% di seconde; San Pietro di Cadore 73,8% e 62%. Chiude Comelico Superiore, con il 73,7% di prime dosi e il 63,3% di seconde.
«Questi dati dipingono una situazione preoccupante: non vorremmo ritrovarci come lo scorso anno – scrivono in una nota congiunta i medici di base e l’Usl 1 Dolomiti -. L’esperienza ha confermato sul campo l’efficacia della vaccinazione per prevenire le forme gravi di malattia. Vacciniamoci con fiducia e seguiamo le indicazioni per contrastare la diffusione del contagio: mascherina, laviamo spesso le mani, evitiamo i luoghi affollati e arieggiamo spesso i locali. Non sprechiamo quanto fin qui fatto».