Il sindaco di Borgo Valbelluna, Stefano Cesa, dichiara guerra alle banche: «Stanno mettendo a rischio il rilancio produttivo della Wanbao Acc (ex Zanussi) e i conseguenti sviluppi socio-economiche che ne derivano».
Le prospettive lavorative per Acc sembrano essere rosee: basti pensare che solo quest’anno l’azienda ha annunciato volumi produttivi di 2,4 milioni di compressori, confermando di essere in grado di avvicinare (il prossimo anno) l’obiettivo del suo Piano industriale, e cioè i 3 milioni di pezzi. Ma anche di essere la motrice del Progetto ItalComp di integrazione con l’ex Embraco di Chieri che prevede a Mel l’assemblaggio di 6 milioni di compressori. Le conseguenze sociali sono altrettanto positive con lo stabilimento zumellese chiamato ad assumere una cinquantina di lavoratori a marzo.
Su questa traiettoria strategica, l’intera Valbelluna può costruire oggi un percorso di rafforzamento strutturale: «Troverei inaccettabile che il formidabile rilancio del territorio incentrato su Acc venisse bloccato o mutilato dalla pigrizia di qualche banca che rifugge dalla sua etica e dall’esercizio della sua responsabilità sociale. Come pubblico amministratore, mi aspetto che tutte le banche, sia nazionali, sia del territorio, si candidino a diventare partner di Sace nel finanziare Acc».
Secondo Cesa, finora Acc ha compiuto un vero miracolo: «Senza un euro di finanza fresca da parte di nessuno, è sopravvissuta per oltre un anno, ha aumentato le vendite, lanciato nuovi prodotti, assunto decine di lavoratori bellunesi ingiustamente licenziati dai cinesi. E ha riportato in Italia le produzioni e il lavoro che Wanbao aveva delocalizzato in Cina: oggi l’80% dei fornitori è costituito da aziende italiane e il 93% degli investimenti, programmati per oltre 5 milioni di euro, sono realizzati in Italia».
Infine, l’appello: «Mel è già sopravvissuta ai fondi speculativi che la volevano morta a beneficio di Furstenfeld. Se si gioca pulito, rispettando le regole della concorrenza, Mel ha sempre vinto, e dunque non ha paura di nessuno. Ma non possiamo accettare, come amministratori bellunesi, che in Stiria riempiano di finanziamenti i nostri concorrenti, mentre qui, a poche centinaia di chilometri, le banche rifiutino di erogare finanziamenti garantiti. Questo dev’essere chiaro a tutti».