I medici sono merce rara. E alcune specializzazioni sono più rare di altre. Capita così che l’Ulss 1 Dolomiti sia costretta a prendere ginecologi esterni e a pagarli fino a 24mila euro al mese. Cifre folli, ma è la prima regola del mercato. E il Pd interroga la Regione.
«Finalmente il governo regionale prende atto della deriva e del rischio delle esternalizzazioni nella sanità. Cosa che evidenziamo da anni, in relazione a Pronti soccorso e reparti anche di estrema delicatezza» premettono i consiglieri regionali Dem Anna Maria Bigon e Francesca Zottis.
«Sulla vicenda dei ginecologi esterni presso l’Ulss 1 bellunese prendiamo per buone le parole della assessora Lanzarin che parla di ingiustizia per queste paghe d’oro e fa richiamo alla necessità di investire sul pubblico. Ma al tempo stesso questa sua posizione obbliga a maggior ragione anche la giunta a fare di più, senza scaricabarili».
La richiesta delle consigliere Pd è di attenzione e concretezza nella risoluzione del problema. «Occorre adeguare subito gli stipendi per i medici pubblici ma soprattutto integrare il personale mancante affinché ci sia regolarità nei turni» dicono. «Perché oltre a guadagnare molto meno dei colleghi esterni, si ritrovano a subire carichi di lavoro insostenibili. Il Veneto ha investito meno nel costo del personale e questo è il risultato. Regione e Governo ora affrontino il problema senza darsi la responsabilità a vicenda. La platea di medici esistente basta per coprire le carenze. Ma vanno garantite le giuste condizioni di lavoro. L’eccellenza deve fare rima con investimenti».