Capifrazione, la fusione Borgo Prà-Borgo Piave non convince

Capifrazione, la fusione Borgo Prà-Borgo Piave non convince

Voleva essere un modo per ampliare la partecipazione e la cura del territorio. Rischia di fare un effetto boomerang. È il progetto dei capifrazione, che secondo Palazzo Rosso dovrebbe portare alla fusione tra Borgo Piave e Borgo Prà nella creazione di una frazione unica. Ma al Comitato Popolare Borgo Piave-Oltrepiave la cosa non piace. 

«Contestiamo il merito della decisione che, dal nostro punto di vista, è totalmente sbagliata e antistorica, e taglia fuori via Montegrappa e tutto ciò che è oltre il Ponte della Vittoria. Il Comitato Popolare, che esiste da ormai più di 20 anni, da sempre si è interfacciato con le precedenti amministrazioni, di qualsiasi colore politico, per cercare soluzioni per la collettività del Borgo, trovando sempre disponibilità all’ascolto e voglia di lavorare assieme» sostengono dal Comitato. «Diverse sono state le iniziative negli anni: dalle piccole manutenzioni alle feste di quartiere. Il Comitato non è nato per volontà di una persona o per perseguire fini e interessi personali, ma attorno a una realtà come quella della Parrocchia di San Nicolò che per molti anni è stato il fulcro della vita di quartiere, dal Borgo all’Anconetta. Se il progetto dei capifrazione nasce per avvicinare cittadini e amministrazione, è abbastanza evidente che, così facendo, si ottiene l’effetto contrario. Invitiamo il sindaco a tornare indietro e mantenere unita la frazione di Borgo Piave, avendo già raccolto molte segnalazioni da parte di cittadini del quartiere ignari di quanto accaduto. Il Comitato, nel frattempo, si mobiliterà per esprimere il proprio dissenso».

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