Calano le imprese, cresce l’export. Belluno provincia dal fisco “leggero”

Calano le imprese, cresce l’export. Belluno provincia dal fisco “leggero”

Diminuiscono le imprese artigiane in provincia di Belluno, con uno scenario simile a quello registrato in tutto il Veneto, ma tiene l’export manifatturiero stante pandemia, guerra e carenza di materie prime.

A fotografare lo scenario delle imprese e delle imprese artigiane venete sono i dati dell’Osservatorio Economia e Territorio di Cna Veneto, che mettono a confronto i dati di oggi con quelli di fine 2019, dunque del pre-pandemia.

CALANO LE IMPRESE ARTIGIANE

Il campanello d’allarme è dato, in particolare, dalla flessione del numero di imprese artigiane in poco più di tre anni. A Belluno si registrano a fine marzo 4.595 imprese artigiane attive, un saldo negativo di 174 unità rispetto al 2019, che in percentuale rappresenta il -3,6%. Situazione nettamente peggiore a Rovigo, dove si registra un -10,8%, ma anche a Padova (-4,8%) e a Verona (-4,1%); risultato invariato per la vicina Treviso.

«Un dato condiviso con le altre province venete. Il saldo negativo complessivo regionale è di 4.053 unità, dunque un -3,2%, che è molto vicino alla situazione bellunese», commenta il Presidente Appia Cna Belluno Massimo Sposato. «In ogni caso questo non deve far venire meno il nostro supporto nei confronti degli artigiani bellunesi, che rispetto ai territori contermini sono costretti a fare i conti anche con le tante, ulteriori difficoltà ben note, come l’ampia estensione territoriale e lo spopolamento. In questo senso non mancherà il nostro apporto per cercare di contenere il calo di unità, a partire dal sostenere incentivi alla defiscalizzazione in accordo con Cna Veneto. È di conforto, invece, il dato relativo all’export, che testimonia una sempre crescente attenzione all’artigianato locale, incluso quello bellunese».

AUMENTANO LE ESPORTAZIONI

Il dato relativo all’export registra, infatti, con riferimento al 2022, un +23% per Belluno (per un valore di 4,96 miliardi di euro, 917 milioni di euro in più rispetto al 2019). In generale l’economia del settore cresce in Veneto toccando un +26% a livello regionale (saldo positivo per quasi 17 miliardi di euro). Belluno supera in percentuale anche la vicina Treviso che si ferma al +20%.

IN CALO IMPRESE, OCCUPAZIONE, TURISMO 

Dati in flessione invece in tutto il Veneto – e Belluno non fa eccezione – per gli altri dati monitorati. Come quello del totale delle imprese attive, che a Belluno, al 31 marzo, sono 13.671: un saldo negativo di 271 unità (-1,9%, di poco superiore alla media regionale del -1,4%) rispetto al 2019; la situazione peggiore si registra a Rovigo con un -6,3%.

Anche l’occupazione cala a Belluno registrando nel 2022 un -4.067 rispetto al 2019, una percentuale di -4,4%; peggio solo Rovigo (-4,6%), in calo anche Verona (-2,7%) e Treviso (-0,6%), mentre le altre province segnano un rialzo. In totale, tuttavia, il segno meno vale per tutto il Veneto con una media del -0,4%.

Anche il settore turistico ha risentito l’anno scorso di un netto calo: a Belluno si segna -9,3% (3,4 milioni di presenze, 300mila in meno nel 2022 rispetto al 2019, dato che sarà stato però mitigato dall’ottima stagione invernale); in questo caso tutte le province registrano dati negativi, in particolare Padova (-11,9%) e Treviso (-26,8%). La percentuale a livello veneto si attesta sul -7,5% (perse 5,3 milioni di presenze rispetto al 2019).

BASSA PRESSIONE FISCALE PER BELLUNO

Per Belluno, la buona notizie dell’aumento delle esportazioni va a sommarsi a quella relativa al “Tax rate” appena annunciata da Cna Veneto. Nella classifica dei comuni nazionali in base alla pressione fiscale, infatti, Belluno risulta al primo posto tra le province venete con meno tassazione e al settimo posto su ben 114 comuni del panorama nazionale.

«Per le imprese locali è interessante il dato relativo al “Tax Free Day”, data simbolica in cui i Bellunesi “termineranno” di lavorare per versare tasse e contributi previdenziali allo Stato», chiarisce il direttore di Appia Cna Belluno Cristian Sacchet. Per Belluno il “Tax Free Day” cade il primo luglio. «È un fattore positivo perché significa che, a partire dal giorno successivo – e in anticipo rispetto alla media regionale e nazionale – ogni ricavo andrà esclusivamente nelle tasche di lavoratori e imprese».

A far scendere la tassazione media sulle imprese al 52,5% lo scorso anno hanno contribuito le azioni sostenute da Cna (deduzione Imu, progressiva eliminazione Irap, rimodulazione Irpef) che hanno portato il Veneto, mediante una riduzione della pressione fiscale di 7,5 punti percentuali, al quarto posto nella classifica nazionale dei valori medi regionale, e Belluno (con un “tax rate” pari al 50,1%) al primo posto regionale anche grazie all’apporto di Appia Cna Belluno.

«La nostra regione si posiziona bene nella classifica nazionale con due comuni, Belluno e Vicenza, che mostrano il livello di tassazione più basso, ma è necessario rilevare come a maggior tassazione non sempre corrispondano maggiori servizi» è il commento del Presidente Cna Veneto e vicepresidente Appia Cna Belluno Moreno De Col, che propone ulteriori agevolazioni: premiare con maggiore defiscalizzazioni le imprese più efficienti e che generano reddito più elevato; neutralità fiscale per le cessioni di azienda (e dunque per incentivare passaggi generazionali); sostenere le persone nel passaggio di competenze.

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto