Caro-benzina, caro-energia, inflazione: per contrastare tutto questo a maggio veniva annunciato il “bonus 200 euro” per i lavoratori, ma… quali? Chi lo eroga? Come applicare la normativa? A chiederselo sono i consulenti del lavoro, che arrivati ormai a fine mese – e prossimi alla preparazione delle buste paga – proprio negli ultimi giorni si sono scontrati con messaggi da parte dell’INPS che interpretano e ampliano quanto previsto dal Decreto Aiuti. «L’iniziativa del bonus è certamente lodevole e il sostegno ai lavoratori in difficoltà è ora fondamentale, ma la mancanza di chiarezza ci impedisce di agire», evidenzia infatti Lara Bortot, presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Belluno.
Le indicazioni del Decreto Aiuti valide fino a una decina di giorni fa sono state infatti riviste profondamente da due messaggi dell’INPS, datati 13 e 21 giugno, che rimandano a una “prossima circolare” (la circolare è stata poi pubblicata nella serata di venerdì 24), allargano la platea dei lavoratori che devono vedersi assegnato dal datore di lavoro (e non più dall’INPS) il bonus e in alcuni casi consentono di anticipare l’erogazione dei 200 euro allo stipendio di giugno, anziché quello di luglio come inizialmente indicato. I telefoni dei consulenti sono roventi dal giorno dell’annuncio del bonus, i lavoratori attendono con ansia una boccata d’ossigeno in un momento difficile, ma ad oggi «ci troviamo nella ormai solita situazione in cui sopperiamo alle mancanze dell’INPS, ma trovandoci di fronte a comunicazioni contrastanti non possiamo dare informazioni certe alle aziende e ai lavoratori. Non ci consentono di fare il nostro lavoro e di aiutare chi lavora», sottolinea ancora Bortot.
In questi giorni, è partita la campagna dell’Ordine nazionale e dell’ANCL – Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro (il sindacato dei CdL) per chiedere un confronto al Ministero del Lavoro e ottenere finalmente chiarezza: «Come sempre, cerchiamo di cavalcare le onde del caos normativo, ma questa volta ci troviamo di fronte a uno tsunami», sottolinea Bortot; uno tsunami che non coinvolge solo i professionisti, ma direttamente i lavoratori.