Belluno sotterranea svelata dal Fai. Nel weekend aperti anche il Monte di Pietà e le Gabelli

Belluno sotterranea svelata dal Fai. Nel weekend aperti anche il Monte di Pietà e le Gabelli

Nel fine settimana (sabato 26 e domenica 27 marzo) tornano le Giornate Fai di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Oltre 700 luoghi solitamente inaccessibili o poco conosciuti in 400 città saranno visitabili a contributo libero. E Belluno partecipa con tre aperture. Saranno visitabili in via eccezionale il palazzo del Monte di Pietà, le scuole Gabelli e uno dei rifugi antiaerei della Seconda Guerra Mondiale. 

Monte di Pietà: la visita con gli studenti dei Licei Renier, Tiziano e Lollino

Il Palazzo del Monte di Pietà, di proprietà della Fondazione Cariverona, si trova in Piazza del Mercato, il centro medievale degli affari e del commercio. Il Monte di Pietà era una istituzione finanziaria, strettamente legata al territorio, nata per l’esigenza di sostenere economicamente persone indigenti e in difficoltà, fornendo loro prestiti di limitata entità in cambio di un pegno, al fine di sottrarre l’attività di prestito agli usurai senza scrupoli. La sua nascita va ricondotta a un fenomeno storico e sociale di portata nazionale, in cui un ruolo fondamentale fu svolto dal beato Bernardino da Feltre, che contrastò l’usura e contribuì a costituire i Monte di Pietà in oltre 30 città italiane. A Belluno fu istituito nel 1501, sulla spinta della predicazione del frate servita Elia da Brescia. L’aspetto finale del palazzo è frutto di una ristrutturazione cinquecentesca di un edificio medievale precedente e dell’accorpamento di altri adiacenti tra XVI e XVII secolo. 

L’apertura prevede la visita ad alcuni ambienti interni del palazzo, che attualmente ospitano la Fondazione Giovanni Angelini – Centro studi sulla montagna e l’Istituto Storico Bellunese della Resistenza e dell’Età Contemporanea. In uno degli ambienti interni si scoprirà una suggestiva decorazione a fresco, della seconda metà del XV secolo, con motivi decorativi di ispirazione sia medievale sia classica. La visita comprende anche la chiesa della Beata Vergine della Salute, fondata nel 1627 e “incastonata” nel palazzo: qui si conservano pregevoli opere scultoree di Andrea Brustolon, il “Michelangelo del legno”. L’itinerario prosegue nel vicino Museo Fulcis, con la visita ad alcuni manufatti e dipinti provenienti dal Monte di Pietà (tra cui l’insegna notarile del notaio Delaito, del 1518, dipinta da Giovanni da Mel). A narrare la storia e l’arte del palazzo saranno gli studenti dei Licei cittadini Renier, Tiziano e Lollino. Gli orari di apertura, sia il sabato sia la domenica, sono dalle 9.30 alle 12.30, dalle 14.30 alle 18.30 (ultimo turno 17:45). Turni di visita ogni 15 minuti per piccoli gruppi di massimo 10 persone.  

Il cantiere della Scuola “Gabelli”

La scuola, intitolata ad Aristide Gabelli (1830-1891), pedagogista bellunese di fama nazionale, è stata costruita nei primi anni Trenta e inaugurata nel 1934. Vanto nazionale dell’educazione scolastica italiana, ebbe grande rinomanza per il metodo attivo sperimentale applicato dalla direttrice didattica Pierina Boranga (1891-1983), educatrice e scrittrice seguace del metodo perfezionato da Giuseppina Pizzigoni (1870-1947) alla scuola Rinnovata di Milano. Le scuole Gabelli erano in grado di ospitare, nelle trenta aule spaziose e luminose, quasi un migliaio di alunni. Comprendevano un museo didattico, una biblioteca, sale per convegni e proiezioni, piscina e poliambulatorio medico. Nel 2009 il crollo di un solaio portò alla chiusura dell’edificio. Recentemente sono partiti i lavori di ristrutturazione globale della scuola che tornerà a essere a disposizione dei giovani e della comunità bellunese. La scuola Gabelli, opera dei fratelli Agostino e Guglielmo Zadra con il costante apporto di Pierina Boranga, rappresenta per il tempo un progetto all’avanguardia in cui il rapporto interno-esterno è pensato al servizio di una didattica inclusiva in cui il vero protagonista è il bambino, diviso tra lezioni in aula e osservazioni del vero tramite laboratori e attività pratiche nel giardino dell’edificio. L’eccezionalità dell’apertura sta nella possibilità di vedere in anteprima i risultati del recupero della scuola. Gli orari delle visite sono dalle 9.30 alle 12.30, dalle 14.30 alle 17.30, in entrambi i giorni. I turni di visita saranno ogni 20 minuti in gruppi di massimo 15 persone. Per accedere alla scuola si attraversa un’area di cantiere, pavimentata in ghiaia stabilizzata. 

Belluno sotterranea: il rifugio antiaereo del centro città

Questo ingresso è dedicato ai soli iscritti Fai. Il rifugio antiaereo di via Lambioi fa parte di un sistema di gallerie che si diramano nel sottosuolo della città di Belluno e che sono collocate strategicamente in modo da coprire i punti nevralgici dell’abitato. In particolare, questo rifugio si trova sotto il centro storico di Belluno, in corrispondenza della via che congiunge Piazza dei Martiri a Piazza Duomo, passando per Piazza Castello. I progetti di questo rifugio risalgono al 1944. Belluno era occupata dai tedeschi all’interno dell’operazione “Alpenvorland”. La guerra finì prima che alcune gallerie terminassero i lavori (iniziati nel 1945) e i bombardamenti sulla città furono fortunatamente ridotti. Negli anni successivi i bunker furono utilizzati come depositi per poi finire dimenticati. Il rifugio di via Lambioi rappresenta un eccezionale esempio di ingegneria bellica, totalmente nascosto e difficilmente individuabile dall’esterno. Percorrendo una primo tunnel dell’altezza di soli 2,5 metri per 1,8 metri di larghezza, si viene introdotti all’interno di grandi gallerie in grado di ospitare fino a 3.000 persone. Alle pareti è possibile osservare scritte originali che recitano “Calma”, “Silenzio” e istruzioni sul comportamento da adottare all’interno dei tunnel. Gli orari di apertura, sia il sabato sia la domenica, sono dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18. Turni di visita ogni 60 minuti in gruppi di massimo 20 persone. Il luogo non è adatto a chi soffre di claustrofobia o di attacchi di panico. La temperatura interna è di circa 10 gradi. L’illuminazione avviene con torce elettriche, si consiglia di dotarsene. In alcune aree ci sono infiltrazioni d’acqua e a terra può esserci della fanghiglia. Non sarà possibile entrare senza calzature e abbigliamento adeguati. È necessario arrivare a piedi. All’uscita delle scale mobili del parcheggio di Lambioi attraversare Piazza Castello e proseguire verso Piazza dei Martiri. Prima dell’Hotel Astor imboccare la stradina che scende sulla sinistra, proseguire oltre il sottopassaggio fino a un piccolo cortile che sarà segnalato. Gli organizzatori precisano che la scelta di questa apertura risale a prima della guerra in Ucraina, pertanto la coincidenza non è voluta.

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