Costa come una delle varianti dell’Alemagna. Due volte la pista da bob di Cortina e due yacht di super lusso da 100 metri. Più di un palazzo sul Canal Grande… è il valore del gioco d’azzardo nel Bellunese. Impossibile? Provare per credere. Perché la febbre del gioco esiste, anche a Belluno. È nascosta, non si lascia mostrare facilmente. Ma c’è.
Basta vedere la cifra mostruosa spesa per slot machine, gratta e vinci e scommesse in appena 365 giorni. Nel 2019 – ultimo dato ufficiale – si arriva a oltre 212 milioni di euro (212.400.514, per la precisione). In calo rispetto all’anno prima, quando si è sfiorata la cifra record di 220 milioni (219.923.906 euro, per essere precisi).
I DATI
A fare i conti in tasca ai giocati bellunesi è l’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane, quindi lo Stato italiano, che non fa nulla per disincentivare l’azzardo, dato che ne trae un beneficio economico.
Nel 2019 in tutta la provincia si sono spesi oltre 212 milioni per il gioco. Vale a dire circa 1.073 euro pro capite, il valore di uno stipendio mensile. È ovvio che siccome nel conto ci finiscono anche bambini, neonati e gente che manco sa cosa sia un gratta e vinci, qualcuno si è giocato molto di più di mille euro o poco più.
BELLUNO, FELTRE E CORTINA
La maggior parte del gioco si concentra su Belluno, è normale. Più abitanti, uguale più cifre giocate. Il totale del 2019 è di ben 68 milioni di euro (che significa quasi 2mila euro pro capite), di cui 58 milioni solo alle slot machine e alle videolottery. 4 milioni invece sono di gratta e vinci, mentre Lotto e Superenalotto valgono appena 4 milioni. Il resto è ippica, scommesse sportive e la loro galassia.
Anche a Cortina si gioca forte, complice il flusso turistico: la somma del giocato nel 2019 sfiora i 12 milioni di euro (quasi 10 solo di slot machine). A Feltre si raggiunge quota 29 milioni, quindi 1.400 euro pro capite bruciati dall’azzardo. E non c’è nessuna zona della provincia che non abbia speso nulla per giocare. Chissà chi è la persona che ha buttato 354 euro a Soverzene? È questo il Comune con la minor spesa da gioco.
L’INIZIATIVA ULSS
Il gioco però non è solo numeri. È anche una patologia. Il “disturbo da gioco d’azzardo”, in sigla Dga, è un problema complesso di natura bio-psico-sociale assimilabile a una vera e propria dipendenza tanto che il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali dell’American Psychiatric Association) l’ha classificato tra i disturbi da Addiction non correlati a sostanze. Il Dga ha delle ricadute negative in tutti gli ambiti di vita dei giocatori e delle loro famiglie: salute fisica, psicologica, relazionale e aspetti economico-lavorativi. È per questo che l’Ulss Dolomiti ha organizzato per sabato prossimo (25 febbraio) un open day dei SerD, del Dipartimento Dipendenze.
Dalle 9 alle 12 sarà possibile accedere senza appuntamento ai SerD di Belluno, Feltre, Agordo e Auronzo, dove gli operatori saranno a disposizione per un consulto e un consiglio.