Generosità da vendere, anzi, da donare, quella dei donatori di sangue bellunesi, che permettono all’Ulss Dolomiti non solo di assistere chi ne ha bisogno in provincia, ma anche di “esportare” i globuli rossi fuori al di fuori del territorio bellunese e regionale.
Gocce di vita, virgole in un paragrafo di storie dense di emozioni e speranza, donata e ricevuta in modo gratuito e anonimo e proprio per questo di infinito valore. Un intreccio di storie anonime, che mai si conosceranno, ma legate da un profondo sentimento di solidarietà umana.
Già lo scorso anno si sono contate 14.567 donazioni, il 12.06% in più rispetto al 2020, cha hanno permesso all’Ulss Dolomiti di cederne ben 1028, il 18.72% in più di quanto programmato a livello regionale. Numeri che continuano in positivo anche quest’anno, registrando 6562 donazioni da inizio anno, il 5.72% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ed il 23% in più rispetto al 2020, con 2845 unità inviate alle altre Ulss, il 4.33% in più in confronto al 2021.
«La generosità dei bellunesi è testimoniata da dati come questi che testimoniano una cultura del dono radicata. Un ringraziamento personale ad ogni donatore, perché la donazione di sangue non è un gesto fine a se stesso ma si inserisce in uno stile di vita, proprio della gente di montagna, fatto di solidarietà silenziosa e concreta, di responsabilità verso l’altro e di attenzione alla salute – commenta il direttore generale Maria Grazia Carraro -. Un ringraziamento particolare anche alle Associazioni di volontariato che coordinano questo piccolo esercito di solidarietà con instancabile energia».
