Basta compressori, alla Acc comincia l’era Lu.Ve. Ridotti gli esuberi

Basta compressori, alla Acc comincia l’era Lu.Ve. Ridotti gli esuberi

Qualche anno fa era cominciata l’era cinese. Adesso invece comincia l’era Lu.Ve. Basta compressori: alla Acc, ex Zanussi, si lavorerà ancora per il polo del freddo, ma senza fare componentistica. Il sito industriale verrà riconvertito e continuerà a produrre.

La comunicazione ufficiale è uscita dal tavolo del ministero sviluppo economico, ieri (23 febbraio), dove è stata presentata l’offerta del gruppo Lu.Ve. Nel corso dell’incontro l’azienda ha illustrato le linee guida del piano industriale che prevedono nei prossimi tre anni un investimento complessivo di 6 milioni di euro per la riconversione produttiva dello stabilimento di Villa di Villa, al fine di realizzare una stretta sinergia con il vicino sito Sest di Limana, attivo nel settore degli scambiatori di calore ad aria. Si sta inoltre lavorando per un percorso a tutela dei lavoratori che coinvolgerà anche il ministero del lavoro. Infatti, dei 250 dipendenti di Acc, Sest ha assunto l’impegno di tenerne 150, riducendo così l’incidenza dei licenziamenti (tra pensionandi e in procinto di avere altri contratti, gli esuberi totali non sarebbero più di una quarantina). L’assunzione, secondo quanto previsto, sarà preceduta da distacchi temporanei: i primi 40 inizieranno subito, per poi proseguire a scaglioni nell’arco di due anni e mezzo; 30 entro il gennaio 2023; 30 entro luglio 2023; 30 entro gennaio 2024 e i restanti 20 entro luglio 2024.

«Oggi si è scritta una pagina ingloriosa per la politica dell’industria italiana. Si è chiusa, di fatto, la storia della Zanussi Industrie Meccaniche, la storia del compressore, parte nobile dell’elettrodomestico più diffuso al mondo, il frigorifero, settore che continuerà a crescere. Si chiudono qui i nostri ragionamenti con il sindacato, con una parte del Governo, su come mantenere in vita una filiera del compressore italiano, anche alla luce della pandemia e della manifesta evidenza che parte di produzioni dalla Cina non sarà più conveniente né fare né importare». Questo il commento dell’assessora regionale al lavoro del Veneto, Elena Donazzan. «Si chiude una storia e si penalizza il comparto dell’elettrodomestico e la filiera del freddo, ovvero del frigorifero, che continuerà ad avere aziende leader come Electrolux, sempre in Italia, a pochi chilometri da Borgo Valbelluna. Di ciò non siamo responsabili noi del territorio. Anzi, se oggi si può festeggiare il fatto che un imprenditore coraggioso abbia voluto investire sullo stabilimento e in una reindustrializzazione è solo perché i lavoratori hanno dimostrato attaccamento alla propria impresa e tanta voglia di lavorare. Non è stata una scelta dei clienti, né tanto meno una scelta di Acc quella di chiudere. È stata la volontà di chi non ha creduto che si dovesse fare compressori in Italia».

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