Asta deserta per l’Olivier, spariti anche gli algerini. Quale futuro per il Nevegal?

Asta deserta per l’Olivier, spariti anche gli algerini. Quale futuro per il Nevegal?

Avevano annunciato investimenti nel settore alberghiero, tra le tante iniziative per rilanciare il Nevegal. In conferenza stampa, a Palazzo Rosso, e poi in audizione in consiglio comunale, avevano detto di voler puntare sugli alberghi dismessi e anche di realizzarne di nuovi. Alla prima vera prova dei fatti, però, il nulla. Neanche la cordata italo-algerina di Nevegal 365 si è fatta avanti per l’albergo Olivier. Ieri (21 novembre) l’ennesima asta per la vecchia struttura è andata deserta. 

Non è una questione di prezzo, pare scontato. L’Olivier ha bisogno di essere rifatto, è vero, ma ha un valore stimato di quasi 3 milioni di euro. E l’asta partiva da un’offerta minima di 459mila euro. Chi volesse fare investimenti milionari sul Colle dovrebbe quanto meno farci un pensierino. Invece niente. E l’albergo resterà un rudere. Anzi, un memento all’abbandono.

LE REAZIONI POLITICHE

Resta quindi la nebbia sul futuro del Nevegal. Ma la nebbia raggiunge Palazzo Rosso, perché l’amministrazione non ha mai nascosto le proprie speranze sulla cordata italo-algerina. E adesso?

«Ovviamente continuiamo a sperare che i proclami, ampiamente sbandierati dagli ipotetici investitori pure in consiglio comunale, siano veri, ma anche oggi emergono ulteriori e nuove perplessità» dicono i consiglieri di “Più Forti Insieme”, Francesco La Grua e Roberto Ferro. «Abbiamo estrema fiducia nel sindaco, ma qualche dubbio resta nei confronti degli investitori presentatisi in sede consiliare. Se non si partecipa a un’asta per un immobile il cui valore di perizia è di 2,9 milioni nemmeno quando la base d’asta è di 400mila euro, che strategia hanno i partner del Comune?».

I due consiglieri ricordano che gli algerini avevano presentato un progetto ambizioso, da quasi 100 milioni di euro di investimenti. «Ci aspettavamo che un immobile strategico, che incide solo sullo 0,4% del budget progettuale oltre che essere fra l’altro ampiamente sottocosto rispetto al valore di stima, sarebbe stato da subito acquistato. Nell’evidenziare il rammarico per l’attuale situazione, un vero peccato, riteniamo tuttavia che a questo punto sia giunto il momento di fare chiarezza. Attendiamo perciò un chiarimento già nel prossimo consiglio comunale, in particolare da parte dell’assessore al Nevegal e di quello al turismo».

Il terremoto scatenato dall’Olivier spinge il Pd a chiedere le dimissioni dell’assessore Roccon. 

«Il Nevegal è ufficialmente in pericolo. L’asta per l’hotel Olivier è andata nuovamente deserta. Non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che l’amministrazione comunale aveva dato per certa l’offerta della società Nevegal 365» scrive il Partito Democratico cittadino. «Era il 30 settembre quando uno dei soci fondatori annunciava ai giornali, in pompa magna, l’intenzione della cordata algerina di acquistare gli impianti di risalita (annuncio fatto, va ricordato, a gara ancora aperta) e dello stesso hotel Olivier. Ricordiamo che il Comune, in particolare l’assessore Roccon, ha impegnato pubblicamente l’amministrazione con lettere d’intenti, conferenze stampa alla presenza delle più alte cariche regionali e provinciali, fino ad arrivare a una audizione pubblica in consiglio comunale. In quel contesto, nessuna risposta era stata data domande lecitamente poste dai gruppi di minoranza. Il Partito Democratico aveva chiesto con insistenza risposte e dati certi sugli investimenti. Siamo arrivati al vedo e il risultato è che gli skipass sono stati bloccati per giorni e del piano da 100 milioni sbandierato dai giornali (e mai presentato al consiglio comunale) non c’è traccia. Il tutto dopo un’estate con gli impianti chiusi. Dopo un fallimento di questo tipo, l’assessore Roccon dovrebbe dimettersi». 

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