Un appello al buonsenso. A quello che dovrebbe avere ogni buon padre di famiglia. Tanto più un buon ministro. Se poi i ministri sono quattro, ancora meglio: è più facile spiegare perché diventa una questione urgente e irrinunciabile la salvezza della Acc di Mel.
È quello che ha fatto il sindaco di Borgo Valbelluna Stefano Cesa. Insieme ai colleghi di Chieri e Riva di Chieri, ha scritto a Giancarlo Giorgetti (ministro dello sviluppo economico), ad Andrea Orlando (ministro del lavoro), a Daniele Franco (ministro dell’economia) e a Federico D’Incà (rapporti con il Parlamento). Una lettera che contiene un’analisi della situazione e insieme un appello accorato. Per provare a capire come mail il progetto ItalComp sia stato lasciato in standby.
«È un progetto di grande respiro strategico, funzionale alla creazione di un campione europeo in grado di offrire alla filiera continentale del freddo, che in Italia conta insediamenti cruciali, una piattaforma tecnologica e industriale essenziale per contrastare la dominanza sul mercato dei produttori asiatici» premettono i tre sindaci. Che fanno leva sul futuro dell’industria italiana, non solo bellunese o torinese (la provincia di Riva di Chieri e di Chieri).
«Il progetto ItalComp necessita, per essere avviato, che venga messa in sicurezza la società Acc, oggi in amministrazione straordinaria, chiamata a costituire l’architettura industriale principale dell’iniziativa, recuperando e reindustrializzando poi in breve tempo l’ex Embraco (oggi Ventures) in fallimento – continua la lettera -. Sono in gioco un grande patrimonio e una grande tradizione dell’eccellenza elettromeccanica italiana (le due aziende erano leader mondiali ancora agli inizi degli Anni Duemila), e un cospicuo bacino occupazionale: Acc impiega 315 lavoratori e Ventures ne ha in cassa integrazione 400. Acc, che pur sta registrando record di vendita e di produzione, è in drammatica asfissia di liquidità e andrà in rottura di cassa a fine mese. È urgentissimo rinvenire un supporto finanziario, dopo che l’istanza avanzata dal Ministero dello sviluppo economico il 3 agosto 2020 per accedere a un aiuto di Stato per 12,45 milioni di euro si è arenata presso la Direzione Generale Concorrenza della Commissione Europea: è davvero questione di giorni, prima che si verifichino un vero disastro industriale, che porterebbe al fermo di molti stabilimenti europei della refrigerazione domestica, e un vero disastro sociale, con la perdita di oltre 700 posti di lavoro diretti e di almeno altri 1.500 nell’indotto. Oltretutto, per ragioni incomprensibili a ogni persona di buon senso».
Da qui, l’appello. Al buonsenso. Con la richiesta di convocare al più presto al Ministero un incontro con tutti i soggetti interessati. E soprattutto con gli istituti di credito chiamati a dare un contributo attivo alla soluzione della crisi.