Chi è di Ponte nelle Alpi non poteva non conoscerlo. Non poteva non imbattersi nel suo sorriso, nella sua bonarietà, nel suo spirito allegro e gioviale.
Perché Giovanni Da Boit era un riferimento per l’intera comunità. Nome e cognome dicono poco?
“Giovanin Carati”, invece, dice tutto.
Almeno a coloro che hanno avuto il piacere di incontrarlo. E che adesso ne piangono la scomparsa: “Carati” è spirato ieri, all’età di 81 anni. Lascia la moglie Franca, i figli Riccardo e Michele, i nipoti e tre sorelle, mentre il funerale verrà celebrato martedì 5, alle ore 14.30, nella cripta della chiesa parrocchiale di Polpet.
Dopo aver lavorato all’estero, ha aperto in viale Roma quella che non era solo una gelateria, ma un luogo di ritrovo e di socialità. La stessa socialità che Giovanni riversava in ambito volontaristico: encomiabile il suo impegno per allestire i carri mascherati a Carnevale, generoso e disponibile nelle vesti di San Nicolò. E, soprattutto, una delle figure storiche della celebre sagra di Polpet: «Giovanni era il re della polenta – lo ricorda Mauro Topinelli del Gruppo 90, con un sorriso venato di malinconia -. Persona carismatica, di profonda umiltà, un vero amico che aveva la capacità di entrare in sintonia con tutte le generazioni: anziani, adulti, adolescenti, bambini. Sempre con naturalezza e in maniera spontanea. Era un entusiasta».
“Carati” lascia un vuoto: «Ci mancherà – prosegue Topinelli -. Sì, mancherà non vederlo più in cucina, alla sua solita postazione, mentre si prodiga con la polenta. Ci eravamo sentiti solo qualche giorno fa, in occasione del suo compleanno. “Hai visto?”, mi diceva. “Sono diventato maggiorenne: basta ribaltare le cifre”. Aveva appena compiuto 81 anni». Inimitabile “Giovanin”. Sempre e per sempre.
