Associazioni agricole all’attacco: «Anche noi possiamo far partire denunce»

Associazioni agricole all’attacco: «Anche noi possiamo far partire denunce»

Gli agricoltori difendono Palazzo Piloni: «Un esposto in Procura contro il piano provinciale? Non sta né in cielo né in terra. La Provincia non ha fatto che il suo dovere, contenendo una crescita incontrollata di cervi che non possiamo più permetterci».

È Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno, a spezzare la miriade di lance che sono state scagliate contro il piano provinciale di prelievo degli ungulati. Lance al veleno, condite anche da insulti e minacce ai vertici provinciali. «Agli ambientalisti che ce l’hanno con gli esseri umani e le loro attività dico di trasferirsi in Siberia, dove ci sono solo animali – attacca Donazzolo -. Oppure si facciano dare un parco e ci vivano con i lupi e i cervi. Ma se vogliono abitare in un ambiente antropizzato devono sottostare alle regole dettate dagli esseri umani. Perché solo con i piani di contenimento si possono limitare sia l’eccesso di prolificazione, sia i danni all’ambiente, alle colture e alle persone. È grazie a queste persone se siamo in preda a un aumento esponenziale degli ungulati e se i boschi sono sempre più in abbandono. Sono una minoranza molto rumorosa. Però attenzione: finora gli allevatori hanno taciuto, ma un domani potrebbero cominciare a far partire denunce anche loro».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Coldiretti. «Cervi e cinghiali sono presenze ormai nefaste per gli agricoltori bellunesi: i danni stanno diventando incalcolabili – dice il direttore Michele Nenz -. Per questo Coldiretti Belluno condivide il piano venatorio della Provincia stilato con la collaborazione di agricoltori, cacciatori e ambientalisti e avvallato dall’Ispra, il massimo organismo del Ministero dell’Ambiente».

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