Ingegnere, docente, ma soprattutto testimone e memoria storica della tragedia del Vajont. Il Bellunese dice addio a Luigi Rivas, morto la scorsa notte all’età di 92 anni. Nato a Voltago agordino, Rivis si diplomò all’Itis Segato di Belluno, dove poi tornò come insegnante, e lavorò prima per la Sade e, dopo la nazionalizzazione, per Enel, con ruoli dirigenziali nella gestione degli impianti idroelettrici del Piave, del Maè e dello stesso Vajont.
Il giorno della tragedia era nella centrale di Soverzene, della quale era uno dei tecnici responsabili. Sopravvisse all’ondata e da allora divenne uno dei più strenui difensori della realtà storica relativa all’enorme tragedia. Il suo libro, “La storia idraulica del Grande Vajont”, pubblicato nel 2013, è considerato tuttora una delle testimonianze più autorevoli e lucide sull’opera e sul disastro che ne conseguì.
Ma la sua opera non si è limitata al Vajont. Attivo anche nella vita pubblica, Rivis fu consigliere, assessore e sindaco di Voltago Agordino nel biennio 1985-1986. Appassionato di storia locale, ha anche contribuito alla valorizzazione della memoria bellunese delle migrazioni, partecipando alla stesura del volume “Emigranti di Voltago e Digoman verso gli Stati Uniti d’America”, curato da John Riva, ricostruendo le storie di famiglie partite alla ricerca di un futuro migliore. I funerali di Luigi Rivi si terranno domani (8 maggio) alle ore 15 nella Chiesa Parrocchiale di Voltago Agordino, con successiva cremazione.