Industria manifatturiera: segnali misti, ma prevale la cautela

Industria manifatturiera: segnali misti, ma prevale la cautela

Nel primo trimestre del 2025, l’industria manifatturiera veneta ha continuato a muoversi in un contesto di incertezza, riflettendo dinamiche già osservate a livello nazionale. Secondo l’indagine congiunturale di Unioncamere del Veneto, che ha coinvolto 500 imprese con almeno 10 addetti, quasi tutti gli indicatori economici mostrano un calo su base annua, pur registrando un lieve rimbalzo congiunturale. A livello regionale, la produzione industriale è scesa del -4,4% rispetto allo stesso periodo del 2024, mentre il fatturato ha segnato un -4,3%. Tuttavia, rispetto al trimestre precedente, entrambi gli indicatori mostrano una ripresa: +2,1% per la produzione e +2,5% per il fatturato. In crescita anche gli ordini esteri (+3,2%), spinti in parte da fenomeni di anticipo della domanda per evitare dazi.

Belluno: segnali di ripresa, ma con prudenza

Nel contesto regionale, la provincia di Belluno presenta un quadro articolato. Il campione locale, composto da 80 imprese manifatturiere con oltre 4.200 addetti, evidenzia una flessione della produzione del -2,0% su base annua, in linea con i trimestri precedenti. Il fatturato, invece, risulta sostanzialmente stabile, mentre il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 67%, con un portafoglio ordini che copre circa 50 giorni di produzione.

Tuttavia, i dati congiunturali – cioè rispetto al trimestre precedente – raccontano una storia diversa: tutti gli indicatori principali mostrano un rimbalzo positivo, in particolare per la produzione, il fatturato e gli ordini esteri. Questo potrebbe essere un segnale di ripresa, seppur da interpretare con cautela, vista la ridotta dimensione del campione che può amplificare le variazioni.

Imprese bellunesi tra fiducia e timori

Le previsioni per il secondo trimestre del 2025 riflettono un clima di cauto ottimismo. La maggior parte degli imprenditori bellunesi prevede una crescita o una stabilità per produzione e fatturato. Tuttavia, a differenza di quanto rilevato a Treviso e nel resto del Veneto, a Belluno circa il 30% degli intervistati teme un peggioramento, soprattutto per quanto riguarda la domanda interna. Un dato che segna un’inversione rispetto alle aspettative registrate un anno fa.

Il commento

“Quello che stiamo commentando è un trimestre anomalo – commenta il presidente della Camera di commercio Belluno – Treviso Mario Pozza – Un periodo in cui le imprese si muovono tra annunci e smentite sui dazi americani, rimbalzi illusori negli ordini esteri e una domanda interna che resta debole e discontinua. In questo scenario, l’unico indicatore davvero utile per capire dove stiamo andando è la produzione industriale.”

“A Belluno, la produzione cala del -2,0% su base annua. È un dato che si ripete da diversi trimestri, segno che la ripresa strutturale ancora non c’è. Il grado di utilizzo degli impianti è sceso al 67%, e il portafoglio ordini si è accorciato a 50 giorni. Sono numeri che parlano chiaro: se un terzo della capacità produttiva resta inutilizzata, significa che la domanda non è sufficiente. E noi imprenditori lo sappiamo bene: se gli impianti non girano, non c’è crescita.”

“Certo, rispetto al trimestre precedente vediamo qualche segnale positivo: produzione, fatturato e ordini – soprattutto dall’estero – sono in ripresa. Ma attenzione: questi rimbalzi sono spesso legati a dinamiche temporanee, come l’anticipo degli ordini per evitare i dazi. Non possiamo costruire strategie d’impresa su basi così instabili.”

“Le previsioni per il secondo trimestre riflettono questa incertezza. A Belluno c’è un po’ più di ottimismo sulla domanda estera rispetto ad altre province, ma resta forte – e più diffuso che altrove – il timore di nuove flessioni, soprattutto sul mercato interno. Circa il 30% degli imprenditori bellunesi teme un peggioramento: un dato che non vedevamo un anno fa.”

“Speriamo che i segnali di ripartenza del mercato intra-europeo, in particolare della Germania, si concretizzino. Anche una crescita modesta, da ‘zerovirgola’, può fare la differenza in un mercato da 450 milioni di consumatori. Ma serve anche altro: serve diversificare i mercati esteri, investire nella transizione ecologica e digitale, rafforzare la competitività. Come sistema camerale, siamo pronti a supportare le imprese in questo percorso.”

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