2021 anno della specificità. La Provincia chiede un tavolo con la Regione

2021 anno della specificità. La Provincia chiede un tavolo con la Regione

«Abbiamo dimostrato che a fronte di risorse e personale possiamo governare il territorio nel migliore dei modi. La gestione dei Fondi Comuni di confine per contrastare l’emergenza Covid è l’esempio». Ergo? Serve l’autonomia. Quella vera, chiesta anche con il referendum provinciale dell’ottobre 2017. La Provincia ci crede e spinge sull’acceleratore. Anche perché lo spopolamento della montagna ha bisogno di strumenti concreti per essere affrontato in maniera efficace.

«Nel 2021 speriamo ci possano essere rapporti istituzionali sottoscritti tra Provincia e Regione, e si possa aprire un tavolo per la specificità bellunese» ha detto ieri mattina in conferenza stampa il consigliere provinciale Paolo Vendramini. «Ci sono segnali particolari: stiamo perdendo sempre più popolazione e posti di lavoro, attività artigianali e agricole, quindi servono risposte. Servono adeguati finanziamenti e la possibilità di elaborare leggi provinciali e territoriali. In una parola, serve l’autonomia».

Vendramini cita lo Statuto della Provincia. In particolare l’articolo 4 (“la Provincia promuove il riconoscimento e la valorizzazione da parte della Regione di specifiche forme di autonomia amministrativa e finanziaria finalizzate al potenziamento dell’autogoverno”). E chiede un tavolo di regia Palazzo Piloni-Venezia. Praticamente un binario per l’autonomia. Sola andata. Perché ci sono alcune questioni “vive” da risolvere in fretta. Su tutte, l’attuazione del trasferimento di funzioni e risorse per Genio Civile e Servizi forestali (entro il 30 giugno, come da collegato della legge di stabilità regionale 2019) e la monetizzazione dell’energia prodotta dalle centrali idroelettriche presenti nel territorio (entro il 30 aprile, come da legge regionale del 2020 sulle grandi derivazioni).

«Vorremmo una cabina di regia su tutti i fondi che arrivano sul territorio, dal Gal al welfare – ha concluso Vendramini -. Abbiamo bisogno di decidere in loco gli interventi collegati, come stiamo facendo per i progetti di area vasta dei Fondi Comuni confinanti. Dobbiamo evitare le difficoltà come quelle create dall’assunzione di oltre 100 infermieri da parte dell’Ulss, che di fatto ha tolto personale dalle case di riposo».

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