Molto più che una fabbrica, quella di Pedavena. Un simbolo che, anche a distanza di 125 anni dalla sua fondazione, mantiene un profondo legame con il territorio. E lo stesso territorio ha voluto simbolicamente rendere omaggio allo stabilimento, attraverso la pubblicazione di un volume che racconta la sua storia, dagli albori (era il 1897) fino ad oggi.
Così, all’interno di una serata di festa, la comunità ha celebrato l’anniversario della fabbrica di Pedavena. Sì, perché non c’è persona che in paese non abbia un legame più o meno diretto con lo stabilimento.
In occasione del “compleanno” è stato presentato il libro “125 anni di Fabbrica in Pedavena – Storie di birra, tradizione, comunità e territorio”, volume che contiene una versione riveduta e aggiornata dell’edizione pubblicata in occasione del centenario della fabbrica (nel 1997), con l’aggiunta di nuovi testi e immagini degli ultimi 25 anni di attività. Tutto è partito da un’idea del Comune di Pedavena che, in concerto con la Birra Castello spa (che oggi gestisce lo stabilimento), ha costituito un comitato per supportare il lavoro di ricerca e della stesura dei testi; un progetto partecipato, elaborato a più mani in soli 10 mesi.
Il materiale raccolto, di cui il libro è sintesi, consta di oltre 900 articoli usciti su quotidiani locali e riviste nazionali di settore, oltre una trentina di interviste e oltre 700 immagini; un vero e proprio archivio, che è disponibile alla biblioteca comunale, fa sapere il sindaco Nicola Castellaz.
Parole accorate quelle pronunciate dalle istituzioni a introduzione della serata, a partire dal primo cittadino di Pedavena, dal presidente della Provincia Roberto Padrin; e poi il vicepresidente dell’Unione montana Feltrina Luca Strapazzon, il direttore generale di Birra Castello Walter Lombardi, la marketing manager di Birra Castello Francesca Ruffini, fino ad arrivare all’assessore alla cultura del Comune di Pedavena, Chiara Zaetta. I saluti sono arrivati anche dai vertici della Regione, con una lettera di Luca Zaia.
Durante l’evento Francesco Padovani (curatore della prima edizione per il centenario della fabbrica, e anche di quest’ultima uscita) ha dato lettura accorata delle parti integrative con la storia degli ultimi cinque lustri dello stabilimento. Che è anche la storia della sua comunità.
E se la fabbrica si lega indissolubilmente al luogo in cui è stata fondata, anche il contorno alle letture non poteva che avere rimandi al territorio, assieme al duo “Na Fuoia”, composto dal polistrumentista Andrea Da Cortà e dalla violinista Annachiara Belli, che per la serata ha visto la partecipazione straordinaria anche di Luca Ventimiglia ai flauti: il trio ha infatti eseguito musiche di carattere folk e popolari, ispirandosi alle melodie tradizionali dolomitiche.
La serata si è svolta alla presenza di dipendenti ed ex dipendenti, come Davide De Martini, intervenuto raccontando anche alcuni restroscena della mobilitazione per il salvataggio dello stabilimento.
A conclusione, si è brindato (rigorosamente con birra) per questa fabbrica intrisa di storia che, dopo intense vicissitudini, ora guarda al futuro.
Le tre foto qui sopra sono a cura di Giuseppe D’Alia