Il caldo eccessivo e la mancanza di aria condizionata non saranno certo un problema, alle Olimpiadi invernali. Ma Parigi 2024 lancia una sfida che Cortina 2026 non può non cogliere. E vincere. Perché fare meglio dei francesi non è un’impresa (fare peggio, francamente, sembra impossibile). Però se si potesse vincere la medaglia per l’ospitalità…
Al netto della Senna inquinata – e della pervicacia con cui le gare di nuoto in acque libere sono state confermate nell’acquitrino della Ville Lumière – di Parigi 2024 resteranno nella memoria le lamentele degli atleti per il villaggio olimpico. Il caldo asfissiante nelle stanze e l’immagine di Ceccon che dorme sull’erba di un parco, pur di non sdraiarsi nei letti di cartone preparati per gli sportivi. La cucina scadente e scarsa. Insomma, ospitalità bocciata su tutti i fronti.
Il prossimo braciere olimpico ad accendersi sarà quello di Milano Cortina 2026. E proprio a Cortina ci sarà uno dei villaggi olimpici (l’altro sarà a Porta Romana, nel capoluogo lombardo). Gli occhi del mondo saranno proiettati sulla perla delle Dolomiti e se – come detto – fare peggio di Parigi sembra arduo, la vera sfida è fare un villaggio che venga ricordato e non finisca nell’anonimato. Cortina la giocherà con un villaggio prefabbricato a Fiames. Anche se il vero asso poteva (e doveva) essere un altro: quel villaggio di Borca voluto da un luminare come Enrico Mattei e realizzato su progetto di un altro luminare, Edoardo Gellner. Un villaggio costruito con strutture sostenibili, in dialogo con l’ambiente circostante, sotto l’Antelao e con vista sul Pelmo. La vecchia colonia pensata per i figli dei dipendenti Eni poteva essere trasformata per dare ospitalità ad almeno 600 atleti. E c’è nei cassetti il progetto di ampliamento, a firma dello stesso Gellner, pensate negli anni Ottanta per eventuali candidature olimpiche di Cortina.
Ci sarebbe tutto. Ci sarebbe stato tutto. Oggi il tempo manca. Perché il conto alla rovescia per Milano-Cortina 2026 dice che l’evento si accenderà tra meno di 18 mesi. Quanti ce ne vogliono – di mesi – per evitare la figuraccia? Chiedere a Parigi…