“Vergine madre”: si alza il sipario con Lucilla Giagnoni e la Divina Commedia

“Vergine madre”: si alza il sipario con Lucilla Giagnoni e la Divina Commedia

Si alza il sipario sulla stagione di prosa. Sabato 28 (ore 20.45), al Piccolo Teatro Pierobon di Paiane, andrà in scena “Vergine madre”, una travolgente interpretazione di Lucilla Giagnoni, sopraffina conoscitrice e interprete della Commedia.

L’attrice compirà un viaggio attraverso alcuni canti dell’Inferno e del Paradiso, incarnando la straordinaria forza della parola di Dante. Un pellegrinaggio che culmina con la preghiera alla Vergine Madre di Paradiso XXXIII, visione celestiale e magnifica che chiude il capolavoro dantesco. «Un giorno la sottile rete di protezione si è smagliata e sono cadute a una a una le nostre certezze . spiega l’attrice – salute, educazione, lavoro, futuro, democrazia. In molti luoghi si aggiungono la guerra, la fame e il terrore. Dovunque crescono la diffidenza e un’angoscia sottile, quotidiana. Qualcuno ricorda che la fine del mondo c’è già stata, altri invece sostengono si stia avvicinando un’apocalisse. Forse non ci resta che pregare».

Sei canti della Divina Commedia, probabilmente i più noti. Sei tappe di un pellegrinaggio nel mezzo del “cammin di nostra vita”: Il viaggio (Il primo canto dell’inferno), La Donna (Francesca, il V), l’Uomo (Ulisse, il XXVI), il Padre (Ugolino, il XXXIII), la Bambina (Piccarda, il III del Paradiso), la Madre (Vergine madre, il XXXIII del Paradiso).

Il lato oscuro dell’uomo, l’aspetto meraviglioso e terribile del padre, la santità dei bambini, la prigione della donna, la grandezza della madre che ci indica l’unica strada possibile: la conciliazione degli opposti, l’armonia dei contrari. Un percorso ricco, sorprendente e, soprattutto, confortante. Come la preghiera.

«A cantare e raccontare storie sono io, una donna – ha continuato Lucilla Giagnoni – Perché più spesso sono le donne a pronunciare, senza mediazioni, il desiderio di pace. E perché sicuramente l’anima ha una voce femminile. Una donna isolata dal mondo, nel suo giardino, in una notte oscura crea per sé stessa un‘isola di pace. Le abbiamo conosciute anche noi certe isole di pace, mentre eravamo turbati per quello che succedeva, là fuori: se ora ci pensiamo bene, spesso erano momenti di poesia, lo strumento migliore per comprendere il mondo rapidamente e in profondità. Forse per stare al passo con le complesse trasformazioni che stiamo vivendo, sarà bene fare tutti una bella scorta di poesia. Io l’ho fatto, quando la profezia della donna isolata nel giardino è diventata realtà, e dai canti di Vergine Madre ho interpretato tutta la Divina Commedia: è stato come vivere più vite e mi sono regalata un po’ di paradiso». 

Il costo del biglietto è pari a 25 euro: per l’acquisto è possibile procedere direttamente online all’indirizzo www.circoloculturaestampabellunese.it.

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