«Non in mio nome». Poche parole, ma chiare e incisive. Si chiama così la nuova petizione lanciata da alcuni residenti di Falcade e della Val Biois. Un’iniziativa per prendere le distanze da chi in queste settimane ha puntato il dito contro gli spostamenti in zona rossa. Perché a essere finiti nel mirino sono soprattutto turisti e proprietari di seconde case. Graditissimi ospiti prima della pandemia. E adesso?
Sui social sono volate parole grosse. Con toni da j’accuse anche piuttosto accesi nei giorni in cui i contagi crescevano e nei fine settimana la valle era frequentata da escursionisti, appassionati e turisti. Toni che non sono condivisi da tutti. Anzi.
Nasce da qui la petizione, lanciata su Change.org con un messaggio inequivocabile: «Per chi ama Falcade e la valle del Biois. Per chi non ne può davvero più di assistere a continue polemiche. Per chi si impegna, ogni giorno, a costruire qualcosa in questo territorio. Per chi da anni frequenta la valle e la rispetta, per chi l’ha appena conosciuta e vuole ritornarci, per chi sogna di vederla per la prima volta. Per tutte le persone che vogliono prendere le distanze da chi accusa i turisti di essere untori e non condivide chi attacca con pesanti offese i residenti».
In poche ore le firme alla petizione online hanno superato quota 150. Gli organizzatori puntano a superare così le polemiche degli ultimi giorni.
«La valle del Biois è una località turistica in cui da decenni tutti sono i benvenuti, innumerevoli famiglie vivono grazie ad attività legate all’ospitalità – spiegano -. Consci che stiamo vivendo un’epoca drammatica, di proporzioni uniche nella storia, mai come adesso è necessaria la prudenza e il rispetto che questo delicato momento richiede».