Una lacrima sul terreno innevato: Bucaneve e la principessa Primavera

Una lacrima sul terreno innevato: Bucaneve e la principessa Primavera

La neve piano piano si sta sciogliendo, lasciando il posto al primo fiore che segna il passaggio dall’inverno alla primavera. Un fiore delicato e fragile che porta con sé tante leggende.

Oggi ve ne proponiamo una.

Tantissimi anni fa, al ritorno dall’ennesimo viaggio, il giovane principe Bucaneve udì una fanciulla cantare e, di quel canto, si innamorò perdutamente. Arrivato nel Paese dell’Inverno, chiese a Re Gelo, suo padre, il permesso di sposarla ma questi sentiva cupi presagi. 

Gli rispose che il loro amore non aveva speranza perché la fanciulla era la principessa Primavera e abitava la regione dei venti e dei fiori mentre lui, Bucaneve, era il principe delle nebbie e del gelo.

Troppo diversi e lontani i loro mondi.

«Scordati, figlio mio, questa pazzia!», tuonò cupamente Re Gelo.

Passò così un altro inverno lungo e silenzioso, ma il cuore di Bucaneve, non riusciva proprio a dimenticare. Alle prime avvisaglie della nuova stagione, il giovane principe decise di attardare un po’ il suo ritorno.

Lungo il sentiero ancora impreziosito da luminosi cristalli di ghiaccio, attese l’arrivo di Primavera,

All’improvviso lei arrivò: leggera, bella, accompagnata da un canto gioioso.

Bucaneve, nascosto tra i cespugli, riconobbe l’amore. Il capo inghirlandato da piccoli fiori, la sottile veste di aliti di vento, i ridenti occhi di azzurro marzolino.

Non ci fu scampo: la bella principessa incantò per sempre il giovane principe.

Da lontano, si udiva il richiamo di Re Gelo, come brontolio di un tuono, per ricordargli che doveva affrettarsi a rientrare nel Paese dell’Inverno.

Ma Bucaneve non lo ascoltò e continuò a perdersi negli occhi di Primavera che, a piccoli passi, si avvicinava danzando.

Intorno, come richiamato da un evento magico e misterioso, tutto tacque e il mondo si incantò negli occhi dei due innamorati.

Per non ferire a morte il Signore dell’Inverno, il sole nascose i suoi raggi dietro le nuvole e il gelido vento, che seguiva sempre Bucaneve, per non assiderare Primavera andò a fare mulinelli più lontano. Allora il principe avvolse nel soffice mantello la fanciulla e si tennero stretti a lungo, giurandosi amore eterno.

Giunta accanto al cespuglio, un brivido increspò le braccia nude. Poi, incerta, guardò intorno: finalmente lo vide.

Avvolto nel mantello di candida neve, la corona scintillante di brina, fiera sul capo, la spada di ghiaccio: il giovane rapì per sempre il cuore della principessa.

Quando il sole fece nuovamente capolino tra le nuvole, Bucaneve baciò Primavera.

«Non temere- le disse – perché alla fine di ogni inverno tarderò di un giorno il mio ritorno nel Paese del Gelo e quando arriverai io sarò qui ad aspettarti». Poi, rapito per sempre dal vento di tormenta che lo nascose, svanì tra le nebbie…

E lei, rimasta sola, chinò il capo e pianse. Ma quando una lacrima toccò il terreno, tra le impronte di neve lasciate dall’amato spuntò un piccolo fiore bianco, dai petali delicati, che Primavera raccolse e strinse al petto, nuovamente felice.

Da allora, ogni fine inverno, nei campi scintillanti di brina sboccia un piccolo fiore, che qualcuno ancora chiama Bucaneve per ricordare la promessa fatta dal giovane principe dell’Inverno alla bella principessa.

Alla prossima! 

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