Un uomo per due Ulss: è Giuseppe Dal Ben il nuovo direttore della sanità bellunese

Un uomo per due Ulss: è Giuseppe Dal Ben il nuovo direttore della sanità bellunese

Il cane di troppi padroni muore di fame, recita un vecchio adagio. E due cani con un solo padrone che fine fanno? Domanda facile, risposta non scontata. Di fatto è la situazione della sanità bellunese da qui in avanti. Perché manca solo l’ufficialità per il nuovo direttore generale dell’Ulss 1 Dolomiti, che a quanto pare sarà Giuseppe Dal Ben, il numero uno anche dell’azienda ospedaliera di Padova. Anche. Significa che il dg opererà in due sedi contemporaneamente.

Dal Ben prende il posto di Maria Grazia Carraro, apprezzata direttrice generale venuta a mancare qualche settimana fa, dopo una malattia che ne aveva messo a dura prova lo spirito combattivo. È di Oderzo, ha 66 anni ed è un medico di grande esperienza, che vanta un curriculum di tutto rispetto in ambito manageriale. Nella sanità veneta è stato direttore di alcuni distretti socio-sanitari, prima di approdare al ruolo di commissario di aziende in difficoltà. Poi è stato dg dell’Ulss di Chioggia e da un paio di anni dirige l’azienda sanitaria di Padova. A Belluno dovrà fare i conti con i mali noti della montagna e anche con la sfida olimpica, visto che i Giochi richiedono un pronto soccorso in quel di Cortina.

«COMMISSARIAMENTO»

La sua nomina comunque ha già fatto storcere qualche naso. Prima ancora di essere resa ufficiale (manca infatti il decreto regionale, che dovrebbe arrivare a inizio settimana). Il Partito Democratico, ad esempio, contesta il doppio incarico e parla senza mezzi termini di “commissariamento”.

«La nomina del dottor Dal Ben come direttore generale a scavalco dell’Ulss 1 Dolomiti mantenendo contestualmente l’incarico a Padova ha tutto il sapore di un commissariamento» dice senza giri di parole Alessandro Del Bianco, segretario provinciale Dem. «Il profilo professionale del dottor Dal Ben è sicuramente rilevante, questo è fuori discussione, ma il fatto che all’Ulss 1 non sia concesso nemmeno di avere un direttore generale in piena autonomia è davvero preoccupante e la dice lunga sulla prospettiva che ci attende. Zaia dunque commissaria la nostra azienda sanitaria, con buona pace di tutte le rivendicazioni di autonomia del caso. Sarebbe interessante sapere se tale operazione sia stata fatta con il consenso dei sindaci di Belluno e Feltre, Oscar De Pellegrin e Viviana Fusaro che presiedono a turno la conferenza dei sindaci. Entrambi in campagna elettorale, poco più di un anno fa, avevano rivendicato la vicinanza politica con Zaia che, dal loro punto di vista, avrebbe consentito di difendere maggiormente l’autonomia e i servizi dell’Ulss1 Dolomiti. Dopo neanche un anno i risultati sono sotto gli occhi di tutti: reparti con sempre più difficoltà e oggi anche un dg a scavalco, cosa impensabile fino a qualche mese fa. Inoltre mentre Dal Ben sarà direttore generale a Belluno, dovrà affrontare tutto il tema del nuovo ospedale di Padova. Come farà a conciliare questa enorme operazione con la gestione dell’Ulss 1 tanto più con le Olimpiadi alle porte? Rileviamo infine che sempre, in Veneto, quando un direttore è stato nominato a scavalco tra due aziende, l’operazione risultava propedeutica a qualche genere di unificazione. È questo il futuro che attende l’Ulss1?».

«BUON LAVORO»

Anche il presidente della Provincia di Belluno solleva la questione del doppio incarico. Ma augura buon lavoro a Dal Ben, sperando che possa gestire con pari attenzione e dignità sia la sanità bellunese sia quella padovana.

«Auguro buon lavoro al dottor Dal Ben. La sua esperienza sia al servizio della montagna bellunese e delle comunità locali, soprattutto per risolvere quei problemi della sanità che nelle terre alte rischiano di essere più pressanti e dalle conseguenze più pericolose, rispetto alla pianura» scrive Padrin in una nota. «Mi auguro che la grande esperienza maturata negli anni possa essere messa a beneficio della nostra sanità e voglio pensare che il doppio incarico – a Belluno e a Padova – possa servire a far capire le nostre esigenze e metterle sullo stesso livello di quelle di una realtà di pianura e di area metropolitana, e non diventi invece un alibi per dimenticare e di fatto ridurre al minimo l’impegno per la montagna, che ha numeri più piccoli è vero, ma distanze da colmare ben più consistenti. La permanenza dei servizi, su tutti i presidi sanitari, è la base imprescindibile su cui costruire la lotta allo spopolamento. Ma sono certo che il dottor Dal Ben e il suo staff sapranno lavorare in questo senso».

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