Un aiuto allo sci. Dalla Provincia 500mila euro per gli impianti di risalita

Un aiuto allo sci. Dalla Provincia 500mila euro per gli impianti di risalita

La neve è caduta, più che abbondante. Ma causa Covid, seggiovie e cabinovie restano tristemente ferme. Fino a quando? Si spera di riaprire il 7 gennaio, ma probabilmente bisognerà aspettare almeno il 22. Per un settore che nel solo Veneto fattura 60 milioni di euro all’anno (e che va moltiplicato per dieci calcolando l’indotto), il danno rischia di diventare incalcolabile. Anche perché le società che gestiscono piste e impianti di risalita (27 quelle operanti nel Bellunese), hanno già sofferto la chiusura anticipata del lockdown primaverile, nel bel mezzo di una stagione invernale che stava andando a gonfie vele.

Così, in attesa di conoscere l’entità dei ristori al settore promessi dal governo, in aiuto agli impiantisti arriva la Provincia di Belluno. Con un bando (pronto entro la fine dell’anno) che elargirà 500mila euro. Soldi presi dal “Fondo Covid” predisposto da Palazzo Piloni (anche con il contributo del Fondo Comuni di confine).

«Un quarto della cifra, ovvero 125mila euro – spiega il consigliere delegato agli impianti di risalita, Massimo Bortoluzzi – sarà diviso in parti uguali tra tutte le 27 società operanti nel Bellunese». Circa 4.600 euro a testa. I restanti 375mila euro saranno distribuiti secondo dei criteri ben precisi.

«Sarebbe stato molto difficile il calcolo in base a quanto fatturato dalle singole società – spiega Bortoluzzi –.
Così nel bando abbiamo inserito dei coefficienti diversi in base al costo di mantenimento delle varie tipologie di impianto». Uno skilift, ad esempio, vale 1. Una seggiovia a collegamento fisso 2, una a collegamento variabile 3. Cabinovie e funivie valgono 4. Ogni impianto con annesso campo scuola vale invece 5. «In questo modo – commenta Bortoluzzi – abbiamo voluto tutelare chi ha costi maggiori, ma anche la funzione sociale di quei comprensori più piccoli ma che lavorano molto con i giovani e con le scuole sci».

«Per le società probabilmente non sono grandi cifre – commenta il presidente della Provincia Roberto Padrin – ma per noi sono invece un grosso investimento, con il quale vogliamo dare un segnale di vicinanza e di speranza. Confidiamo poi che a questi soldi si aggiungano quelli promessi dal governo».

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