Stelle di Natale, boom di vendite: «Ma non alziamo i prezzi»

Stelle di Natale, boom di vendite: «Ma non alziamo i prezzi»

La stella di Natale torna a essere la regina delle feste. Sembra alle spalle il brutto ricordo del dicembre 2020, segnato dal lockdown e dall’austerità. Risale la curva delle vendite dei fiori natalizi per eccellenza, che alla vigilia della festa dell’Immacolata segnano una decisa accelerata anche grazie alle minori limitazioni nei movimenti rispetto allo scorso anno.

«Quest’anno stiamo vendendo le stelle di Natale in anticipo rispetto agli altri anni – sottolinea Francesco Montagnese, referente dei florovivaisti di Confagricoltura Belluno e titolare del vivaio Top Green di Feltre -. Di solito fino all’8 dicembre va soprattutto l’oggettistica natalizia, mentre quest’anno abbiamo già un giro di persone che comprano la stella piccola per portarla ai parenti o fare qualche regalino. È un buon segno di ripresa, rispetto al 2020, nonostante negli anziani ci sia una certa cautela nell’uscire di casa, nonostante la protezione del vaccino. Sicuramente aiuta anche la nostra scelta di mantenere invariati i prezzi, nonostante l’aumento dei costi di produzione, per andare incontro agli anziani e alle famiglie segnate dalla pandemia. La stella piccola costa 5 euro, quella media 9,50, mentre quella più grande ha il prezzo di 15. Guadagniamo meno, ma è giusto tenere i piedi per terra e non esaltarsi perché il mercato sta ripartendo. Ho invitato anche gli altri florovivaisti a mantenere questa linea: non inseguiamo l’industria, noi siamo piccoli produttori e dobbiamo curare la signora Maria e quanti scelgono ancora il vivaio per i loro acquisti».

Continua anche il buon momento dei ciclamini, pianta che si addice alle temperature fredde, mentre sembra sempre meno popolare la tradizione di acquistare un albero vero di Natale. «Fino a vent’anni fa ne vendevamo tantissimi. Da anni, però, è iniziata la tendenza a comprare gli alberelli finti anche sulla spinta della nuova usanza di addobbare l’albero nei giorni successivi alla commemorazione dei defunti» continua Montagnese. «Una volta, infatti, l’abete durava perché si addobbava dopo l’8 dicembre, ma è chiaro che se si parte da novembre l’albero fatica ad arrivare a Natale integro. Perciò la gente sceglie quelli di plastica, che tiene in cantina una volta finite le feste, anche perché gli abeti del Caucaso Nordmanniana, che non perdono gli aghi, hanno costi alti, dai 40 euro in su. Non sono alla portata di tutte le tasche».

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