Spettacoli e incontri targati AIPD per parlare di diritti

Spettacoli e incontri targati AIPD per parlare di diritti

Dai flash mob ai concerti, passando per i gazebo in piazza e per i convegni: la sezione bellunese dell’AIPD – Associazione Italiana Persone Down organizza per la Giornata mondiale della sindrome di Down (che cade il 21 marzo) quattro appuntamenti per fare luce sulle criticità e sui diritti delle persone con disabilità.

Il primo appuntamento è per venerdì alle 20 al Campus Merlin di Feltre, con un incontro dedicato alla presentazione dei dati Censis sul tema e la proiezione del film “Come una vera coppia” incentrato su amore e sessualità; sabato mattina gazebo in Piazza dei Martiri a Belluno e – tra le 10.00 e le 11.00 – il flash mob che coinvolgerà anche scuole e centri diurni della provincia. Domenica 26 invece doppio appuntamento a Santa Giustina con “Mercante per un giorno” e alle 16 al centro culturale di Quero Vas con il concerto della Banda Setteville.

In particolare, la mattinata di sabato vedrà al centro i temi dei diritti: ad individuare le questioni che stanno loro più a cuore sono stati proprio alcuni ragazzi di AIPD Belluno. Federica Zanella, Tiziano Moretti, Anna Lucchetta e Luca Corso, coordinati da Maria Paolina De Nale, stanno infatti lavorando da un paio di mesi al progetto, che metterà in evidenza il diritto al lavoro, al voto, ad innamorarsi e sposarsi, ad una partecipazione attiva nella società.

Spazio poi alle riflessioni sulle criticità: se in età scolastica non si rilevano problemi di socialità e integrazione, più l’età aumenta più si registrano le difficoltà, in particolare sotto il profilo dell’inserimento occupazionale.

Sono circa una cinquantina gli associati AIPD in provincia, a fronte di circa 150 persone – stimate – con sindrome di Down; il numero degli iscritti è in crescita, e il presidente Lucchetta mette in evidenza due fattori: il primo è quello dell’innalzamento dell’aspettativa di vita delle persone con sindrome di Down – oggi è 65 anni; nei primi anni ’80 era di 25 anni, mentre un secolo fa era di appena 9 anni -, che comporta una maggior richiesta di supporto soprattutto nell’età adulta; dall’altro, quello dei servizi sociali, su cui sempre più spesso gli enti pubblici locali, regionali si trovano costrette ad operare tagli che vanno a pesare sull’assistenza alle persone e alle loro famiglie.

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