Sindaco e presidente del Gal, il Cadore piange Flaminio Da Deppo

Sindaco e presidente del Gal, il Cadore piange Flaminio Da Deppo

La notizia è arrivata ieri (12 aprile), inattesa. È morto Flaminio Da Deppo. Una di quelle figure che definire un’istituzione non è certo esagerato.

Aveva 70 anni e per almeno 50 è stato un punto di riferimento del territorio cadorino. Sindaco di Domegge, presidente della Comunità Montana, assessore e consigliere tecnico della Magnifica. Negli ultimi anni era attivo come presidente del Gal Alto Bellunese. Un amministratore di lungo corso che ieri il mondo politico – bipartisan – ha ricordato con affetto.

«La Magnifica Comunità di Cadore piange la morte di Flaminio Da Deppo che ha sempre messo a disposizione dell’ente e della comunità intera il suo impegno, la sua competenza, la sua passione» ha scritto Renzo Bortolot, presidente della Magnifica. «Il Cadore e la montagna bellunese perdono un protagonista dello sviluppo socio-economico del territorio, un amministratore capace che si è speso con generosità per il bene pubblico. L’improvvisa scomparsa lascia sgomenta la comunità cadorina e un grande vuoto nella nostra antica istituzione».

Tra i primi messaggi di cordoglio arrivati, quello del presidente della Provincia: «Da Deppo ha rappresentato quella generazione di amministratori in grado di dare un’impronta forte alla loro terra d’origine, consapevoli da un lato della fragilità del territorio, dall’altra delle grandi potenzialità» ha scritto Padrin, seguito a ruota dal deputato Dario Bond, che ha ricordato in particolare la capacità di fare lobby territoriale di Da Deppo («Era uno di quei politici che lavorando con professionalità e impegno aveva saputo fare lobby a favore del territorio, per sviluppare le potenzialità del Cadore, in un periodo storico di transizione»).

«Mimmo (così veniva chiamato affettuosamente Da Deppo, ndr) ha fatto parte di quella schiera di amministratori che a cavallo del volgere del secolo ha rimesso al centro il tema delle periferie urbane e dei territori deboli. In un momento in cui sembrava non ci fosse alcun futuro per quelle che oggi chiamiamo aree interne, ha lottato perché fossero riconosciute non solo la dignità e il diritto a vivere in montagna, ma soprattutto il valore dei prodotti materiali e immateriali che la montagna offre al resto del paese. Alla famiglia va la mia vicinanza e il mio cordoglio», hanno detto il deputato bellunese Roger De Menech e la segretaria provinciale del Pd Monica Lotto.

Accorato anche il ricordo degli amministratori e dei politici leghisti, «pur da posizioni politiche diverse» ha detto Franco Gidoni. E anche le categorie economiche e agricole hanno voluto esprimere il loro cordoglio.

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