Oltre 5.000 metalmeccanici in corteo ieri (20 giugno) a Mestre per chiedere il rinnovo dei contratti collettivi e migliori condizioni di lavoro. Una manifestazione unitaria di Fim, Fiom e Uilm che ha visto partecipare lavoratori e lavoratrici da tutte le province venete. Il corteo, partito da Corso del Popolo e conclusosi in piazza Ferretto, ha visto una folta delegazione in arrivo dalla provincia di Belluno, con alte percentuali di adesione allo sciopero in aziende simbolo del territorio come De Rigo, Carlo Gavazzi, Methis e NPE. Una manifestazione che si è svolta in contemporanea con altri 18 presìdi in tutta Italia: da Nord a Sud, i metalmeccanici hanno incrociato le braccia per chiedere con forza la ripresa delle trattative contrattuali con Federmeccanica, Assistal, Unionmeccanica e Confapi, ferme da mesi.



Durante il presidio mestrino, dal palco hanno preso parola numerosi delegati aziendali — tra cui quelli della Fincantieri di Marghera, della Hydros di Belluno, della Marelli Motori di Vicenza, della Speedline di Santa Maria di Sala, della Irsap di Rovigo, oltre a rappresentanti sindacali di vertenze ancora aperte come quella dell’Ammann di Verona.
A chiudere gli interventi, i segretari generali: Antonio Silvestri (Fiom Veneto), Nicola Panarella (Fim Veneto) e Rocco Palombella (Uilm nazionale). È stato Silvestri a tracciare il quadro più netto: «Serve riaprire subito il negoziato, specie con l’insediamento della nuova presidenza di Federmeccanica previsto per luglio. Le 40 ore di sciopero nel settore Federmeccanica-Assistal e le 24 in Unionmeccanica-Confapi dimostrano quanto i lavoratori siano determinati».
I sindacati rivendicano un aumento certo dei salari, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione e la stabilizzazione dei lavoratori in somministrazione. Una piattaforma votata dalla maggioranza della categoria, in un momento in cui il potere d’acquisto eroso dall’inflazione e la precarietà rendono ancora più urgenti soluzioni strutturali.
«Il segnale che arriva dal Veneto è chiaro – concludono i sindacati- le fabbriche hanno risposto, unite, in un fronte comune che mette insieme storiche realtà produttive di tutte le province». Accanto a Belluno, fortissime adesioni sono state registrate in aziende del padovano (Carraro Drivetech, Hitachi, Lofra), del trevigiano (Electrolux, Breton), del veneziano (Fincantieri, Leonardo), del veronese (Fiamm Siapra, Franke) e del vicentino (Ebara, Baxi).