Rubata la pianta in memoria di Martina Bonavera: «Ladri e disgraziati»

Rubata la pianta in memoria di Martina Bonavera: «Ladri e disgraziati»

 

Il buio della ragione. Un buio talmente profondo, intenso e fitto, da oscurare ogni traccia di rispetto. Perfino il rispetto per una giovane vita, come quella di Martina Bonavera, strappata troppo presto all’amore della sua famiglia. 

Quella famiglia che ora denuncia con amarezza, incredulità e sgomento un episodio desolante: la pianta in ricordo della ragazza, fissata lungo la strada in cui è avvenuto il terribile incidente, non c’è più. Qualcuno l’ha portata via. 

No, non è il caso di derubricare il fatto a una semplice “ragazzata”. Perché i gesti di intolleranza iniziano a essere tanti. E inquietanti. Anche in provincia di Belluno. 

Chi si è macchiato del terribile atto dovrebbe leggere le parole che la madre di Martina ha affidato ai social network per comprendere (ammesso ne sia capace) quanto dolore ha provocato: ai genitori della giovane. E a un’intera comunità, eternamente legata al ricordo e al sorriso di Martina. 

«Il 9 marzo 2013 – scrive la madre – la mia vita è cambiata per sempre, dal momento che hanno ucciso mia figlia per strada, mentre andava a scuola. Da quel giorno posso omaggiare la mia adorata figlia di un fiore solo al cimitero o nel luogo dell’immane incidente». Ma, sabato mattina, ecco l’incresciosa scoperta: «Come ogni giorno, sono andata in cimitero e ho annaffiato anche la pianta che è lungo la strada, vicino all’imbocco di Giamosa (poco prima e davanti al consorzio agrario di Belluno). Poi, quando sono uscita di casa, la pianta era sparita. Un sporco ladro e disgraziato l’aveva rubata». 

Già, rubata. Come l’umanità di persone inghiottite dal buio: «Ora la pianta è stata rimpiazzata. Ma l’amarezza rimane». 

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