Tagli alla sanità di montagna: «L’assessore venga quassù a vedere la situazione»

Tagli alla sanità di montagna: «L’assessore venga quassù a vedere la situazione»

 

«Assessore, venga in Cadore. Venga a farsi curare nell’ospedale di Pieve o in quello di Agordo». Messaggio forte e chiaro a Manuela Lanzarin. Mittente: l’associazione tutela salute del cittadino e salvaguardia strutture ospedaliere Pieve di Cadore-Agordo. Il tema è lampante e di stringente attualità: il futuro degli ospedali e della sanità di montagna. Un futuro che l’associazione condanna come grigio, per non dire nerissimo.

Nelle settimane scorse proprio gli attivisti cadorini avevano sollevato la questione della “golden hour”. Vale a dire delle distanze “salva-vita” da ospedale e pronto soccorso. E secondo i loro calcoli, tutto il Cadore e gran parte dell’Agordino rischiano la morte in caso di infarto, ictus e altre problematiche di salute (La distanza tra la vita e la morte: fino a 2 ore per andare in ospedale). Ecco perché da mesi puntano il dito contro i tagli alla sanità. Ed ecco perché non hanno digerito le spiegazioni dell’assessore Lanzarin condite da un “state travisando la realtà” («Attenzione e investimenti»: la Regione replica ai comitati sull’ospedale).

«In risposta alle affermazioni dell’assessore Lanzarin, la prima cosa che chiediamo è che venga quassù a confrontarci sui tagli che la Regione ha fatto ai nostri ospedali e che sono scritti nelle schede ospedaliere approvate col piano socio-sanitario nel 2012 e confermati nel 2018 – scrivono dall’associazione, in una lettera aperta -. In tal modo avremo la possibilità di dimostrare che ciò che abbiamo scritto nei nostri manifesti, purtroppo, è una realtà concreta».

La richiesta di un confronto va oltre. «Dal 2012, anno in cui siamo scesi dalle nostre terre a Venezia, abbiamo continuato a batterci per avere i servizi essenziali nei nostri ospedali di Pieve di Cadore e di Agordo – continua la lettera indirizzata all’assessore regionale -. Precisiamo che noi abbiamo sempre cercato con voi il dialogo senza avere risposta. Molti dei nostri territori non rispettano la “golden hour” e per questo ci battiamo. Recentemente abbiamo anche chiesto ufficialmente un incontro al presidente Zaia: non abbiamo ricevuto alcun riscontro. Siamo stanchi di sentire slogan: vogliamo fatti concreti. Nel 2050, lo dice l’Istat, molti nostri Comuni non esisteranno più grazie alla vostra politica fatta di tagli. Vediamo se venite quassù a confrontarvi: noi siamo pronti».

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