Prezzi delle materie prime alle stelle: Confartigianato lancia l’allarme

Prezzi delle materie prime alle stelle: Confartigianato lancia l’allarme

«Le imprese artigiane del Bellunese sono in difficoltà per il continuo aumento dei costi di materie prime, prodotti lavorati e semilavorati. Rischiamo prima di non poter lavorare per agganciare la ripresa post-Covid, e poi che l’inflazione impedisca un reale ritorno alla normalità economica». Lancia l’allarme Claudia Scarzanella, presidente di Confartigianato Belluno, raccogliendo il disagio di moltissimi imprenditori e artigiani bellunesi. Il problema del rincaro delle materie prime e dell’allungamento dei tempi di consegna riguarda in particolare il sistema casa, l’edilizia, la carpenteria metallica e il legno-arredo. Ma non c’è nessuna impresa che può davvero chiamarsi fuori dalla questione, perché l’aumento dei prezzi tocca sensibilmente anche il petrolio e i carburanti, con conseguenze che si allargano di conseguenza a tutto il mondo produttivo.

Secondo l’ultimo aggiornamento del Fondo Monetario Internazionale, a febbraio i metalli hanno visto crescere i prezzi complessivamente del 54% rispetto al 2020 (ferro +60%, rame e alluminio +20%, lamiere di acciaio +50%). Il prezzo del petrolio è aumentato del 50%, quello delle plastiche, della gomma, e del legno del 10%.

«Siamo di fronte ad aumenti che non si vedevano da oltre un decennio – spiega il direttore di Confartigianato Belluno, Michele Basso -. E che mettono in seria difficoltà il lavoro degli artigiani, tanto più in un periodo già complicato come quello che stiamo vivendo, tra le restrizioni da Covid e i problemi negli spostamenti. I bonus e superbonus per i lavori edili e le riqualificazioni energetiche rischiano di non sortire alcun effetto in questa situazione, e il timore è che siano stati proprio i bonus ad agevolare, perlomeno in Italia, un rapido innalzamento dei costi, perché vediamo che sono cresciuti velocemente i costi di prodotti lavorati e semilavorati, come i cappotti per le case. La preoccupazione riguarda soprattutto i lavori edili su opere pubbliche, per quegli appalti che sono stati contrattualizzati con prezzi vecchi e che oggi non possono essere cambiati: le imprese che si trovano a dover portare avanti certi lavori ci rimetteranno. Cogliamo l’occasione per rivedere una volta per tutte i prezziari degli appalti pubblici, evitando il sistema dei massimi ribassi».

«Chiediamo correttivi immediati, anche per evitare di fermare di nuovo il lavoro, per la difficoltà di reperire la materia prima. Dopo il lockdown e i mesi difficili, ulteriori rallentamenti sarebbero esiziali – conclude la presidente Scarzanella -. Gli scenari di rischio sono due, se la situazione di aumento incontrollato dei prezzi rimarrà tale: o le imprese saranno costrette a scaricare i maggiori costi sul cliente, oppure non potranno reggere l’inflazione che arriverà una volta che ripartirà il mercato dopo il Covid».

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