Formazione specifica per i pescatori e sguardo ambientale: lo prevede la nuova carta ittica

Formazione specifica per i pescatori e sguardo ambientale: lo prevede la nuova carta ittica

La Provincia di Belluno ha varato la nuova carta ittica. Sarà la “costituzione” per la pesca nel territorio dolomitico, e costituirà un piccolo mattone che contribuisce alla costruzione della pianificazione regionale.

Due i principi base: la valorizzazione dell’attività di pesca e la conservazione delle eccellenze faunistiche presenti nei corsi d’acqua del Bellunese, con particolare attenzione all’ambiente naturale. Sono previsti corsi di formazione specifici per i pescatori e anche la rinaturalizzazione di alcuni segmenti di fiumi e torrenti. 

«Abbiamo impostato il lavoro su due obiettivi principali – spiega il consigliere provinciale Franco De Bon -. Conservare le nostre eccellenze faunistiche, specialmente la trota marmorata; e valorizzare l’attività alieutica, che nel nostro territorio ha anche aspetti economici, come ad esempio la filiera del turismo. Questi due obiettivi si sviluppano in varie azioni: dal mantenimento e miglioramento dell’habitat della fauna ittica, attraverso interventi di rinaturalizzazione; al controllo mirato dei predatori ittiofagi; fino alla valorizzazione degli impianti ittiogenici che la Provincia ha a Bolzano Bellunese e Tomo. Abbiamo pensato anche ad alcune forme innovative di gestione e prelievo della marmorata, attraverso la formazione specifica dei pescatori e la trasmissione informatica dei dati delle catture, con georeferenziazione. È una sfida ambiziosa, visto che in altre zone il prelievo della marmorata non è possibile: ma abbiamo i mezzi per farlo. Abbiamo inoltre effettuato la ricognizione dei corsi d’acqua e la zonizzazione delle aree dove fare accrescimento e tutela della specie, con l’obbligo di destinare il 10 per cento delle acque di tutti i bacini a zone in cui non si può fare il prelievo. Direi che questo è uno dei valori aggiunti della carta ittica: una bella indicazione che diamo a livello ambientale».

I pescatori hanno collaborato attivamente alla stesura della carta ittica, con la condivisione dei contenuti attraverso i vari bacini bellunesi. Il risultato è apprezzato. «Abbiamo cercato di essere propositivi specialmente sulle specie protette, come la marmorata e il luccio» spiega Filippo Sitran, presidente della Federazione dei bacini di pesca bellunesi. Le due specie in questione (luccio e marmorata) non sono pescabili in altre zone; a Belluno sì, con una serie di accorgimenti limitativi, tra cui la formazione dei pescatori. «Siamo convinti di poter fare una gestione diversa da quella proposta dalla Regione, perché abbiamo una storicità di gestione diversa – continua Sitran -. Sappiamo che il territorio ha delle eccellenze, e proprio per questo abbiamo proposto la soluzione giusta e praticabile per gestirle al meglio: il prelievo di queste specie verrà basato su dati e analisi, sullo stato di salute e sulla presenza effettiva nei corsi d’acqua. Quella della formazione del pescatore è una novità assoluta. Conoscenza e preparazione sono fondamentali nella gestione della biodiversità». 

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