«Pedavena-Croce d’Aune: la tradizione diventi innovazione»

«Pedavena-Croce d’Aune: la tradizione diventi innovazione»

Riceviamo e pubblichiamo integralmente un intervento di Lucio D’Alberto

Nei giorni scorsi si è accesa una forte polemica nei confronti dell’Ente Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi innescata dal parziale diniego alla competizione automobilistica Pedavena – Croce d’Aune. Ho letto molti commenti che evidenziano inadempienze da Parte dell’Ente Parco e che enfatizzano la competizione come evento tradizionale.Per quanto riguarda le inadempienze dell’Ente Parco vorrei ricordare che tale istituzione ha un bilancio annuale di 3-4 milioni di euro (compara le entrate in milioni  per alcuni comuni nel 2020: La Valle Agordina 3,2; Fonzaso 4,5; Val di Zoldo 5; Gosaldo 6; Sedico 10; Pedavena 13; fonte dati openbilanci.it)
Ricordiamoci anche che i Comuni della zona possono esibire il logo DOLOMITI UNESCO grazie al fatto che c’è il Parco altrimenti essi non sarebbero stati inclusi; questo nostro parco è Nazionale, quindi l’area protetta istituzionalmente più importante di tutto il sistema Dolomiti UNESCO.
Ma che tradizione; si dice che viene a mancare la tradizione quando viene chiesto lo spostamento di percorso della cronoscalata automobilistica.Ma altri cambiamenti di percorso in ambito sportivo non sono stati enfatizzati come violazione di tradizione.
Infatti non ho sentito alcun politico lamentarsi del cambio dalla tradizione quando la partenza della gara di skiroll è stata spostata da Farra di Feltre a fronte Birreria. Qualche anno fa non ho percepito l’alzata di scudi né da politici né da cittadini quando la Granfondo Campagnolo è stata deviata su Foen e ha abbandonato viale Pedavena-Farra; tra la gente di Feltre corre voce che la deviazione sia stata richiesta dal locale della Birreria per non avere una riduzione della clientela dovuta alla chiusura della strada.
Ma come può esservi tradizione se tutto è stato ammodernato nel tempo, cronometraggi, premi, sponsor…Se si seguisse la tradizione la competizione automobilistica non lascerebbe correre auto moderne: quando ero giovane quelle più moderne erano le Alpine Renault o le Lancia Stratos. Perché questa necessità organizzativa di abbandonare la tradizione per certe cose e non per il percorso?Che si faccia invece diventare l’innovazione la tradizione da mantenere. L’organizzazione potrebbe essere innovativa facendo correre le auto in realtà virtuale dentro box tipo galleria del vento posizionati nel piazzale della Birreria e i tifosi potrebbero seguire la gara con apposita app a pagamento seduti davanti ad una birra. Se ne guadagnerebbe che ci sarebbero meno rischi per l’incolumità di piloti e spettatori; dal punto di vista ambientale non si disperderebbero i fumi e i frammenti di pneumatici, si limiterebbero anche i noiosi rumori che pervadono la conca per alcuni giorni.

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