Passi chiusi e disagi alla viabilità. In montagna è forte il pericolo valanghe

Passi chiusi e disagi alla viabilità. In montagna è forte il pericolo valanghe

 

Mezzo metro di neve. Anche qualcosa di più in alcune zone. E il pericolo valanghe si impenna: grado 4-forte (su una scala di valori in cui il grado massimo è 5-molto forte). È l’effetto della prima vera ondata di inverno che si è abbattuta sulla provincia e sta continuando a portare neve in quota e pioggia battente in Valbelluna.

IL NIVOMETRO

Le rilevazioni Arpav (aggiornate alla mattina del 3 marzo) dicono che la neve è caduta dagli 800 metri in su sui settori dolomitici, a quote un po’ più alte sulle Prealpi. Mezzo metro di neve a Cortina, Misurina e sul Falzarego; quantitativi maggiori sulle Dolomiti Meridionali: oltre mezzo metro a Falcade e Arabba, una sessantina di centimetri a Pecol di Zoldo e Malga Losch (Frassenè Agordino). Sulle Prealpi, manto bianco di una trentina di centimetri in Faverghera e a Casera Palantina (Alpago).

I quantitivi di neve fresca sono tali da aver fatto scattare il rosso sul bollettino valanghe dell’Arpav. Vale a dire pericolo forte sia oggi sia domani (mercoledì 4). Solo da giovedì il rischio di slavine cala al grado 3-marcato. Quindi, attenzione. 

LE STRADE

Da ieri intanto la neve ha creato più di qualche disagio sulle strade. Sul banco degli imputati, ancora una volta, la 51 di Alemagna, percorsa anche stamattina da camion privi di catene e dotazioni invernali.

Per motivi di sicurezza sono stati chiusi al transito diversi segmenti della viabilità provinciale. La Sp 49 da Misurina a Carbonin, e la Sp 619 “di Vigo di Cadore” (da Antoia al Rifugio Tenente Fabbro). Chiusi già da ieri sera il Passo Duran, il Valparola, il Falzarego, il Pordoi, il Giau e il Fedaia. 

Disagi anche a Belluno, dove si è verificata la solita frana in via Miari.

BLACKOUT

Al momento non si registrano particolari criticità alla rete elettrica. Qualche calo di tensione c’è stato, nella notte e anche stamattina, localizzato tra l’Alto Cadore e alcune zone dell’Agordino. Niente di lontanamente paragonabile al “grande buio” della nevicata di Santo Stefano 2013.

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