Padrin bis, a Palazzo Piloni le priorità sono spopolamento e ambiente

Padrin bis, a Palazzo Piloni le priorità sono spopolamento e ambiente

«Affrontare in maniera seria e adeguatamente radicale la questione demografica e quella ambientale». Se le parole hanno ancora un peso in politica, la dichiarazione d’intenti di Palazzo Piloni è pesantissima, e il lavoro del consiglio provinciale dei prossimi anni sarà impegnativo. 

Ieri (30 dicembre) è cominciato il secondo mandato del presidente Padrin, rieletto il 18 dicembre scorso. Il giuramento e il discorso di insediamento hanno già fissato l’orizzonte e insieme il perimetro. Da una parte il futuro immediato e a medio termine, con le Olimpiadi 2026 come punto di riferimento, e due obiettivi: porre un freno concreto allo spopolamento e creare uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale. Dall’altra, la condivisione dell’azione di governo: è presto per parlare di deleghe, ma la distribuzione avverrà sulla base dell’adesione al programma; della serie: per chi vuole lavorare davvero per il territorio, la porta è aperta, per gli altri restano sempre gli scranni dell’opposizione.

Lavorare per il territorio significa anche riportare nel perimetro di Palazzo Piloni il dialogo – finora a singhiozzo – con la Regione Veneto. In particolare sul tema della specificità. «In questo confronto con la Regione, la Provincia di Belluno non parte da zero. Nel 2017 ho ereditato una articolata ricognizione delle funzioni di ambito regionale da trasferire alla Provincia con le connesse risorse umane e finanziarie – ha detto Padrin -. Un punto imprescindibile di quest’architettura rimane il consolidato trasferimento alla Provincia dei canoni idrici. Oggi, abbiamo ripreso in mano la ricognizione del 2017 e contiamo di trovare un’intesa anche per quanto riguarda il nuovo articolo 85 della legge regionale 11, in materia di difesa del suolo. Non mi stancherò di richiamare il fondamentale articolo 16 della legge regionale 25 in forza del quale le funzioni oggetto di conferimento alla Provincia di Belluno devono essere accompagnate, da parte della Regione, alle “risorse finanziarie, umane e strumentali necessarie per l’esercizio delle stesse”. Per dirla con un adagio popolare, non si può fare una casa, se non si hanno mattoni e operai».

Sarà questa una delle partite più pressanti per il mandato bis di Padrin. Perché solo risorse senza personale (o viceversa) rendono inutile gran parte del lavoro e tutti i buoni propositi. Insomma, il lavoro per il territorio partirà da Belluno, ma dovrà trovare orecchi attenti a Venezia.

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