I viaggi sono fermi, almeno negli aeroporti e nelle stazioni. Il Bellunese lo sa bene, visto che ha perso quasi 1 milione di presenze nell’ultimo anno (leggi qui Un milione di presenze in meno. Nell’anno del Covid turismo malato grave). Ma la voglia di viaggiare è tutt’altro che sopita: continua indomita nei sogni di tutto il mondo occidentale. Lo dicono gli ultimi dati raccolti da Iata (International Air Transport Association, organizzazione internazionale di compagnie aeree con sede in Canada).
Secondo l’ultimo sondaggio, otto persone su dieci sono pronte a vaccinarsi pur di salire su un aereo e viaggiare davvero e non solo con il pensiero. Anche perché il pensiero principale è quello di non rimanere in quarantena: se non ci fossero obblighi di blocco al rientro, sono moltissime le persone che sceglierebbero di viaggiare anche subito. La prova? Quasi la metà degli intervistati giudica esagerate le attuali restrizioni ai viaggi aerei adottate da numerosi Paesi nel mondo ed inoltre ben il 68% delle persone si sente frustrata per la perdita di libertà di viaggiare, con uno stress mentale che ha colpito ben il 40% dei viaggiatori potenziali.
IL FUTURO
Il 57% dei viaggiatori prevede di viaggiare entro un periodo di due mesi dal contenimento della pandemia; il 72% desidera viaggiare per incontrare parenti e amici il prima possibile, mentre l’81% si dice propenso a viaggiare solo una volta effettuata la vaccinazione.
LE DOLOMITI
Ovviamente il turismo made in Belluno paga dazio, visto che negli ultimi anni quasi metà dei vacanzieri in arrivo sulle Dolomiti proviene dall’estero. I dati Iata quindi aprono buone prospettive, a patto che venga superata la pandemia. Dopo il Covid, insomma, ci sarà una rinnovata voglia di viaggiare. Anche con destinazione montagna.
Intanto però c’è da programmare l’estate. La Pasqua non consentirà spostamenti, ma la speranza è che giugno, luglio e agosto siano un po’ più “liberi”, come lo scorso anno. Nel 2020 il mercato interno aveva salvato il salvabile nella montagna bellunese. Addirittura ad agosto si erano registrati numeri di poco inferiori al 2019. Tutto grazie ai turisti veneti e del nord Italia; il cosiddetto turismo di prossimità.