Ottantamila in 10 giorni: le “tose de Zaia” nuovo fenomeno del web

Ottantamila in 10 giorni: le “tose de Zaia” nuovo fenomeno del web

 

Sono partite in otto: quasi per scherzo, in maniera goliardica. E, dopo dieci giorni, si ritrovano in 80mila. No, nessun errore di battitura: 8, seguito da quattro “zeri”. È come iniziare da un campetto di periferia e, in meno di due settimane, riuscire a riempire lo stadio di San Siro. In ogni ordine di posto e con sole donne. Tutte confluite all’interno di un gruppo Facebook che ha ampiamente superato i confini provinciali. E regionali: sono “Le Tose de Zaia”. 

“Tose” che hanno piantato l’idea in provincia di Belluno, trovando nel web un terreno così fertile, da trasformare un gruppo in un festante esercito: a guidarlo sono Elisabetta Achillea, Teresa Bez, Elena Da Ronch, Monica David, Mery Scarzanella, Enrica Sinigaglia e Laura Stevanin (con Mattia Pradegan unica presenza maschile). Le nuove “influencer” della rete: «Siamo incredule – racconta Enrica Sinigaglia -. Pensate che meno di una settimana fa eravamo in 400: poi si è innescato un rapido passaparola. Di più, una reazione a catena». 

 

Perché avete deciso di legare il gruppo a Luca Zaia? 

«Perché lo apprezziamo come uomo: in queste settimane di pandemia, ci ha difeso, protetto e anche strigliato. Insomma, si è comportato da buon padre di famiglia: le sue scelte, a volte dure, hanno contribuito a salvare molte vite. Per quanto ci riguarda, è un punto di riferimento. Sia chiaro, non abbiamo una linea guida di stampo politico. I partiti non ci interessano minimamente. A noi interessa la persona». 

 

Il presidente della Regione vi ha contattate? 

«In conferenza stampa, ci ha definito delle “signore che lavorano a vantaggio degli altri”. In questo senso, intendiamo promuovere diversi progetti di natura solidaristica». 

 

In particolare? 

«Senza entrare troppo nel dettaglio, vogliamo dare voce a chiunque, intercettare segnalazioni e problemi di vario genere. E raccogliere fondi per coprire, almeno in minima parte, le spese sostenute dalla Regione durante la fase di emergenza. Insomma, ci piacerebbe essere d’aiuto». 

 

Come mai un gruppo di sole donne? 

«Perché la donna è il motore della società, non si risparmia mai. È colei che dà la vita e, spesso, la sacrifica. Questa comunità sui social è nata e si è sviluppata in maniera spontanea, grazie a persone “pulite” nel cuore e nella mente». 

 

Vi aspettavate una simile adesione? 

«Assolutamente no, già essere arrivate a mille iscritte ci sembrava qualcosa di enorme. Non riusciamo nemmeno più a seguire tutti i messaggi e le richieste d’iscrizione. È una gioia immensa, un’emozione. Ma non ci fermiamo qui, anzi. Abbiamo tantissime idee e le porteremo avanti nel segno della trasparenza». 

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