«È un disastro. Un autentico disastro». Non usa troppi giri di parole Mirko Ferrighetto.
Il lupo, infatti, ha bussato ancora una volta alla sua porta. O meglio, al suo recinto: a Stabie di Borgo Valbelluna, l’allevatore si è trovato immerso in un autentico film dell’orrore. Tre asini attaccati dal grande predatore, due dei quali uccisi. «E una femmina, ferita, con un morso ben visibile. È la terza predazione che subisco, non ne posso più».
Difficile individuare una soluzione: «È necessario fare un censimento dei lupi. E provare a contenere il numero. Solo così ci potrà essere qualche predazione in meno. Lasciarli liberi di girare, come accade ora, è inconcepibile. La situazione è ampiamente fuori controllo».
In precedenza Ferighetto aveva perso anche una decina di pecore: «E pensare che il lupo non rappresenta il solo e unico problema. Ci sono pure i cinghiali. E distruggono interi terreni. Ormai non si riesce nemmeno più a far pascolare gli animali. Ultimamente me lo chiedo ogni sera: chi me lo fa fare? La passione, è vero. Ma non basta. Non basta più, se tutto il lavoro viene vanificato in questo modo».
A proposito di lavoro, Ferrighetto ha un’altra occupazione: «In fabbrica, otto ore al giorno. Curare i terreni, miei e degli altri, così come le pecore e gli asini, è però una forma di rispetto verso il mio territorio. Un territorio che amo e che vorrei sempre tenere in ordine e pulito. Ma è ancora possibile?».
In attesa di risposte precise, il quesito è destinato a vagare nell’aria.