C’è lavoro da vendere. O meglio, ci sarebbe. Quello che manca sono i lavoratori. Un problema che si trascina da tempo nel Bellunese e che con l’estate ormai alle porte rischia di diventare un dramma per il settore del turismo, dove gli stagionali sono quasi introvabili.
La conferma arriva anche dal bollettino Excelsior di giugno, l’indagine di Unioncamere e Anpal che mensilmente analizza i fabbisogni professionali di un campione significativo di imprese. Il dato dice che a livello veneto sono previste 52.170 entrate di nuovi dipendenti in Veneto. Un numero in forte crescita rispetto a maggio (+11.440). Se ci si aggiungono le 127.250 entrate previste per il trimestre giugno-agosto, il dato parla chiaro: il lavoro c’è e in abbondanza.
Anche a Belluno. In provincia si prevedono 8.320 entrate per il trimestre, dato in forte aumento rispetto allo scorso anno, +1.760 ricerche.
Per il solo mese di giugno sono previste 3.540 entrate, +2.000 rispetto a maggio, con quasi il 50% delle ricerche riguardanti figure nei servizi turistici, di alloggio e ristorazione. Sono diverse, comunque, anche le ricerche fra gli operai specializzati: i più richiesti sono gli operai nelle attività metalmeccanica (420 ricerche), ma circa il 50% sono di difficile reperimento; diverse le entrate previste per gli operai nell’edilizia (150), ma le aziende faticano a trovarne 6 su 10.
In ogni caso, è il turismo a fare la voce grossa. Si cercano soprattutto cuochi e camerieri: 1.300 le entrate previste, con una difficoltà di reperimento che supera il 45%.