Oggi, 11 dicembre, è la Giornata internazionale della montagna, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a partire dal 2003.
Riportiamo il corsivo del presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin.
La montagna non è periferia, ma centro. E deve essere considerata tale dall’agenda politica nazionale.
Se fosse solo una questione di estensione territoriale, basterebbe citare un dato: il 52% dei Comuni italiani si trova in aree totalmente o parzialmente montane. Se fosse solo una questione di peso demografico, basterebbe dire che le comunità di montagna occupano il 60% del territorio nazionale e costituiscono la residenza di appena un sesto della popolazione italiana. Se fosse solo una questione economica, basterebbe dire che la montagna produce circa 235 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 16,3% della ricchezza totale generata in Italia (dato pre-Covid). Ma la montagna è un tema che permea diversi aspetti, da quello economico a quello sociale, passando per il tema ambientale. La montagna è un ecosistema di persone (poche) che presidiano una serie di risorse – aria, acqua, foreste solo per citare le principali – fondamentali per il resto del Paese. Dovrebbe bastare questo per rimettere al centro le aree montane. E per dare loro strumenti concreti in grado di aiutarle a continuare il loro lavoro costante di tutela e presidio dei valori ambientali ed ecosistemici. Perché lo spopolamento della montagna – tutta tranne quella che può contare su un’autonomia speciale forte – è sotto gli occhi di tutti, come è risaputo e dimostrato che vivere in montagna comporta costi e sforzi maggiori rispetto alla pianura e alle aree metropolitane.
Ecco perché nella Giornata internazionale della montagna va ribadita l’importanza di promuovere e tutelare le aree montane, cercando uno sviluppo sostenibile delle comunità che abitano queste aree del Paese. E va sostenuta con forza l’azione della legge sulla montagna che è stata approvata in via preliminare dal Consiglio dei Ministri lo scorso ottobre.
Servono misure organiche a sostegno della montagna, interventi normativi finalizzati a ridurre le condizioni di svantaggio dei territori montani. Non servono sussidi, ma condizioni di sviluppo omogeneo, nella logica di tenere le persone a vivere nelle cosiddette “terre alte”.
Le aree montane hanno bisogno di questo e lo chiedono da tempo. Senza proteste, senza strepiti, senza polemiche, ma continuando a lavorare per superare le difficoltà del vivere in pendenza. Perché come scrisse Goethe, “I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi”.
Roberto Padrin
Presidente Provincia di Belluno