Nuovi rilevatori di velocità sulle strade cittadine. «Dobbiamo scoraggiare gli eccessi al volante»

Nuovi rilevatori di velocità sulle strade cittadine. «Dobbiamo scoraggiare gli eccessi al volante»

Hanno fatto la loro comparsa nella mattinata di ieri i nuovi rilevatori di velocità con informativa a display installati dal Comune di Belluno per scoraggiare gli automobilisti dal piede pesante: la sperimentazione parte dalla strada che porta ad Agordo, di fronte all’ex Caserma dei Vigili del Fuoco (al posto del vecchio semaforo lampeggiante) e a Chiesurazza, in entrambi i casi per chi procede in direzione centro città.

Attenzione: non si tratta di nuovi autovelox, ma di sistemi che rilevano la velocità dei mezzi e che invitano alla prudenza se si supera il limite dei 50 km/h (se invece si rientra nei limiti, sotto la velocità rilevata compare la scritta “Grazie”).

Il rilevatore di velocità di Mussoi in funzione

«Abbiamo scelto di dare il via a questa prima fase di sperimentazione in questo tratto di strada per cercare di far ridurre la velocità in un’area residenziale molto trafficata dove passeggiano bambini e anziani. – spiega il vicesindaco Paolo Gamba – Questi apparecchi sono soluzioni molto più economiche rispetto alla realizzazione dei tradizionali dossi dissuasori che, peraltro, comportano poi alte spese di manutenzione e che con le auto moderne hanno poco effetto».

Le nuove strumentazioni sono anche in grado di contare i mezzi di passaggio, e proprio per questo si è scelto questo periodo – quello delle settimane bianche e dei weekend sulla neve, quindi più trafficato rispetto ad altre settimane dell’anno – per dare il via alla sperimentazione: se dovessero arrivare buoni risultati, si sta già ragionando ad installare i rilevatori in altre zone della città, a partire da Via Montegrappa.

Il conto dei passaggi dei mezzi sarà importante anche per il nuovo studio sulla mobilità che Palazzo Rosso vuole effettuare: «Bisogna rivedere la situazione della viabilità: – commenta ancora Gamba, che da assessore una quindicina di anni fa commissionò uno studio per lavorare alla nuova mobilità in occasione della chiusura del Ponte degli Alpini per i lavori di adeguamento sismico – senza dati certi, è inutile ragionare adesso su nuove strade o altri interventi. Dobbiamo capire quanto “pesa” e dove si dirige il traffico di passaggio e quanto quello invece diretto da e verso il centro, per poi poter valutare tutte le soluzioni possibili».

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