Niente Pedavena – Croce d’Aune: «Arrivederci al 2023»

Niente Pedavena – Croce d’Aune: «Arrivederci al 2023»

Niente Pedavena – Croce d’Aune, per quest’anno. Ma appuntamento al 2023. Dopo qualche giorno di riflessione il comitato organizzatore della celebra corsa in salita per prototipi e auto storiche ha deciso: al momento non ci sono le condizioni per mettere in piedi la manifestazione.

Il diniego del Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi alla gara (ufficializzato nel consiglio direttivo dell’ente di giovedì scorso) in base all’interpretazione stringente dell’articolo 29 del regolamento (che impedisce lo svolgimento di manifestazioni motoristiche all’interno dell’area protetta) aveva messo gli organizzatori di fronte ad un bivio: far saltare la corsa oppure correrla, ma su un percorso ridotto di oltre 3 km. Gli ultimi, quelli della Provinciale 473 compresi all’interno dei confini del parco.

Una scelta, quest’ultima, che avrebbe permesso di salvaguardare la continuità di una manifestazione con alle spalle oltre 50 anni di storia e 38 edizioni già corse. E che sembrava la via scelta dal comitato organizzatore, che alla vigilia di Ferragosto aveva fatto sapere di essere intenzionato a chiedere all’ente Parco il via libera alla manifestazione in forma ridotta. Poi il cambio di direzione, a seguito di una serie di riunioni e di analisi.

«Non ci sono le condizioni per mettere in piedi la gara quest’anno – fa sapere il presidente del comitato organizzatore, Lionello Gorza – per una serie di motivi». In primis quello economico. I calcoli del comitato stimano che in caso di Pedavena – Croce d’Aune su percorso ridotto il buco a bilancio sarebbe stato superiore ai 50mila euro: «Sì, perché le spese fisse sarebbero rimaste grossomodo le stesse – spiega Gorza -così come il numero di persone impiegate. Ma sarebbero calati drasticamente gli introiti, perché una gara su tracciato ridotto avrebbe avuto meno appeal e gli equipaggi presenti sarebbero stati molti di meno».

Anche perché, ricorda il presidente del comitato organizzatore, «Visto il perdurare dell’incertezza sullo svolgimento della corsa, la Csai – Aci (la federazione che regola gli sport motoristici, ndr) ci ha tolto per quest’anno dal calendario del campionato italiano Velocità montagna. E questo avrebbe ridotto di quasi la metà i piloti presenti al via. Avremmo trovato a gareggiare probabilmente quasi esclusivamente equipaggi triveneti». Tradotto in cifre, al via ci sarebbero stati non più di 140 vetture, contro una media di 250.

Il comitato però non si arrende e dà già appuntamento al 2023: «L’anno prossimo ci saremo di sicuro – anticipa Gorza, che ufficializza così la decisione dei membri dell’organizzazione – ad ogni costo. Sia in caso di percorso originario, sia con il tracciato ridotto».  A deciderlo sarà con ogni probabilità il Tar del Veneto, al quale il comitato farà ricorso contro la decisione assunta dall’Ente parco. Che nel frattempo lavorerà alla revisione del regolamento. Con almeno una persona in meno: Camillo De Pellegrin, sindaco di Val di Zoldo, nei giorni scorsi ha annunciato le sue dimissioni dal consiglio direttivo.  

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