Nevegal «sotto accanimento terapeutico». Legambiente stronca il Colle

Nevegal «sotto accanimento terapeutico». Legambiente stronca il Colle

«Sotto accanimento terapeutico» gli impianti di risalita. Orfani di un proprietario e senza orizzonti di rilancio gli alberghi. È la fotografia del Nevegal scattata da Legambiente. Una fotografia impietosa, senza repliche, che emerge dalle schede di “Nevediversa 2024”, il report annuale sul turismo della neve «nelle montagne senza neve».

La posizione di Legambiente è chiara da sempre. Ed è sintetizzabile nella riqualificazione del turismo estivo, sostenibile, senza necessità di fossilizzarsi sullo sci, tanto più che il cambiamento climatico non dà scampo alle località sciistiche sotto i 1.600 metri di quota (e per quelli sopra, restano sempre punti interrogativi aperti).

Sul Nevegal, “Nevediversa” dedica due schede. Una agli impianti, catalogati alla voce “accanimento terapeutico”. L’altra agli edifici fatiscenti. 

IMPIANTI

Sugli impianti, Legambiente ricorda la vicenda algerina: «Ad agosto 2023 è stato presentato e firmato il progetto tra il Comune di Belluno e la società italo-algerina Nevegàl 365 per rilanciare la montagna bellunese. Milioni da spendere per una nuova funivia che da Fadalto raggiunga il Nevegal, lato Col Visentin, un nuovo impianto sciistico e un albergo-ristorante in zona Faverghera. Circa 60 milioni di euro iniziali più, successivamente, altri 30 milioni per riqualificare gli impianti e rivalorizzare il Nevegal con strutture ricettive e centri per il wellness. Gli impianti sotto i 1.600 metri di altitudine sono giocoforza insostenibili e vi è il paradosso che questi investimenti arriverebbero dall’export di gas metano che è la principale ragione per cui in Nevegal non ha più senso fare quel tipo di investimenti. Sarebbe fantastico che con quei soldi si pensasse a riconvertire il colle e il tipo di turismo che lo frequenta».

ALBERGHI CHIUSI

“Nevediversa” cita anche i casi degli hotel Olivier e Olimpo. «Due strutture simbolo degli anni d’oro sono tornate sul mercato» scrive il report di Legambiente. «Entrambe le strutture sono chiuse da qualche anno, ma raccontano una storia gloriosa: non sono passati poi tanti anni da quando in Nevegal arrivavano in ritiro le squadre di calcio di serie A e le camere negli alberghi erano occupate da tantissimi turisti. L’Hotel Olimpo, a Col Canil, ha trovato dei nuovi proprietari nell’asta che si è svolta l’anno scorso; si tratta di investitori moldavi che hanno pagato 70mila euro ed è buio pesto sul suo recupero. Si tenterà di vendere anche l’albergo Olivier, un altro degli alberghi che hanno fatto la storia del Nevegal, dagli anni ‘60 fino ai primi del 2000».

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