Salvare le vacanze in montagna per non fermare la ripresa economica e occupazionale delle “terre alte”. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixè, in occasione della giornata internazionale della montagna.
«In Veneto – spiega Coldiretti – sono quasi 1.500 le aziende agrituristiche per la maggior parte situate in pianura, un terzo in collina e 250 in montagna. La disponibilità è di quasi 45mila posti a tavola e 13mila posti letto. Inoltre 673 malghe custodiscono l’architettura rurale dando forma al paesaggio come espressione dell’identità dei luoghi in una relazione di integrazione tra i sistemi produttivi locali e la conservazione della biodiversità agricola». Dall’Altopiano di Asiago fino alle Dolomiti, passando per la comunità montana della Lessinia, la Pedemontana e le Prealpi Trevigiane il presidio degli agricoltori permette di promuovere nuovi flussi turistici come coesione tra città e campagna.
«Si tratta di una opportunità – sottolinea la Coldiretti – destinata ad avere effetti non solo sulle piste da sci ma sull’intero indotto delle vacanze in montagna, dall’attività dei rifugi, alle malghe, fino agli agriturismi già duramente colpiti dalle limitazioni di Natale e Capodanno dello scorso anno». Proprio dal lavoro di fine anno dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole con le attività di allevamento e coltivazione. Specialmente in montagna, dove il settore primario è fondamentale presidio del territorio.
«La montagna rischia l’abbandono per le difficoltà che hanno costretto centinaia di miglia di aziende agricole a chiudere i battenti per la mancanza di opportunità. Il rischio concreto è lo spopolamento della montagna anche dalla presenza degli allevamenti, che hanno garantito fino a ora biodiversità, ambiente ed equilibrio socio-economico delle aree più sensibili del Paese – conclude la Coldiretti –. Quando una stalla chiude, si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere l’abbandono e il degrado».
in foto: Malga Canidi in versione invernale