A oltre un anno dalla scadenza del Contratto nazionale dei metalmeccanici, la situazione tra sindacati e datori di lavoro è sempre più tesa. La trattativa per il rinnovo, avviata nel 2023, è attualmente bloccata. Le sigle sindacali Fim, Fiom e Uilm accusano Federmeccanica e Assistal di aver interrotto il dialogo e di non voler riconoscere aumenti salariali certi. Nel frattempo, a giugno i lavoratori riceveranno un aumento minimo di 27,70 euro, previsto dalla clausola di ultrattività del contratto 2021. Ma per i sindacati è solo un palliativo.
Sciopero generale: mobilitazione in tutta Italia
Per protestare contro lo stallo, è stato indetto uno sciopero generale di 8 ore per giovedì 20 giugno, con manifestazioni in tutte le regioni. In Veneto, l’appuntamento è a Mestre, con partenza del corteo alle 9:00 da Corso del Popolo, passaggio per Piazza XXVII Ottobre e via Poerio, e arrivo in Piazza Ferretto. Dalla provincia di Belluno sono attesi oltre 200 lavoratori, in rappresentanza dei circa 6.000 addetti del settore.
Cosa chiedono i sindacati?
La piattaforma unitaria presentata da Fim, Fiom e Uilm per il rinnovo del contratto 2024-2027 include:
- Aumento salariale di 280 euro in tre anni
- Sperimentazione dell’orario settimanale a 35 ore
- Più ore di formazione professionale
- Misure per salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
- Welfare aziendale e flessibilità per conciliazione vita-lavoro
- Incentivi alla stabilizzazione dei contratti precari
La risposta di Federmeccanica: nessun aumento certo
Secondo i sindacati, Federmeccanica ha respinto quasi tutte le proposte, proponendo:
- Nessuna quantificazione salariale nel contratto
- Legame esclusivo agli indici futuri di inflazione
- Posticipo di 6 mesi per gli adeguamenti in caso di scostamento inflattivo
- Nessuna apertura su temi normativi come genere, smart working, inquadramento, formazione
«Una posizione mai vista in altri settori – denuncia Alessio Lovisotto, segretario generale Fim Cisl Belluno Treviso – che nega qualsiasi certezza ai lavoratori».
«Salari reali in calo: i numeri smentiscono Federmeccanica»
Federmeccanica sostiene che tra il 2008 e il 2024 le retribuzioni siano aumentate del 45%, a fronte di un’inflazione del 31%. Ma i dati di ISTAT, Banca d’Italia e OCSE raccontano un’altra storia: i salari reali italiani sono ancora l’8% sotto i livelli del 2021. «Molte famiglie metalmeccaniche – spiega Lovisotto – faticano a far fronte a bollette, affitti e spese alimentari. Il welfare aziendale non basta: servono aumenti netti in busta paga».
Il precedente di Stellantis: «Se si può fare lì, si può fare ovunque»
I sindacati citano l’accordo firmato il 6 giugno con Stellantis, Ferrari, CNHI e Iveco, che prevede un aumento salariale del 6,6% (139 euro medi mensili), più un contributo una tantum di 480 euro. «Se si può fare con le grandi aziende, perché non con tutto il settore?», si chiedono i rappresentanti sindacali.