Martina Centa, la donna che vola: «In cielo non esistono differenze di genere»

Martina Centa, la donna che vola: «In cielo non esistono differenze di genere»

“Il volo libero annulla le differenze di genere: quando piloti un parapendio essere donna o uomo non influisce sul risultato”. È uno dei temi di cui hanno discusso le appassionate di volo chiamate a raccolta, a Pedavena e a Borso del Grappa, da Martina Centa del Para&Delta club, per il primo Woman Fly, lo scorso fine settimana. «Abbiamo volato in compagnia, senza competizione – racconta Martina, atleta e campionessa di parapendio -. Siamo salite dal Boscherai a piedi fino al Monte Avena, ci siamo lanciate e dopo l’atterraggio ci siamo confrontate esprimendo le nostre valutazioni. Ho organizzato questo stage per conoscere altre appassionate di volo libero, hanno risposto in tante (25 le partecipanti) un po’ da tutta Italia. L’ambiente del parapendio è abbastanza chiuso e maschilista, in 20 anni di attività ho visto tante ragazze iniziare a volare, ma poche sono quelle che proseguono». Tra un lancio e l’altro, c’è stato il tempo di intervenire alla presentazione del libro “Signori del vento” dell’amico Maurizio Bottegal, nella sede di Dolomiti Hub, a Fonzaso.

Martina Centa, 41 anni, vive a Feltre, ha due figli di 9 e 3 anni, un negozio di parrucchiera e dal 2003, anno del debutto, ha partecipato a numerose competizioni nazionali e internazionali.

Possiamo affermare che in volo le differenze tra maschi e femmine si annullano?

«Nel parapendio contano il peso corporeo, la sensibilità, la conoscenza del cielo e delle previsioni meteorologiche. Nelle gare si potrebbe eliminare la separazione tra uomini e donne».

Eppure ci sono poche volanti: quale può essere il motivo?

«Forse le donne hanno meno tempo libero, servono ore e ore di volo per arrivare a percepire l’aria come il tuo elemento, per gestire la vela e governare la paura. All’inizio facevo 300 ore di volo l’anno, tra gare e allenamento. Certo, l’ambiente maschile non aiuta, in Italia in nazionale ci sono 5 posti per gli uomini e 1 per le donne, in Francia, per citare un esempio, 3 uomini e 3 donne».

E ora con famiglia e attività come riesce a gestire la sua passione?

«Mi aiutano molto il mio compagno e i nonni. Dopo la nascita del primo figlio ho lasciato le competizioni, ma ho iniziato con la corsa in montagna e ora mi sono appassionata al hike&fly, una disciplina che prevede di coprire un certo percorso camminando e volando».

Capita di volare con le aquile?

«Spesso sulle Vette Feltrine e sul Grappa, nel Lazio ho incontrato un grifone, mi ha accompagnata per un tratto di viaggio. I rapaci non si sentono minacciati, noi li studiamo e li seguiamo perché anche loro sfruttano le correnti ascensionali». 

Il volo più bello?

«Partenza dal Monte Avena con mio fratello Ivan e un amico, e arrivo in Slovenia (sono circa 200 chilometri). L’anno scorso, invece, un volo in solitaria sopra le Dolomiti, sono partita da Canazei e atterrata in Austria, un paesaggio unico». 

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