In quota c’è ancora neve. Ne sa qualcosa l’escursionista statunitense che ieri (sabato 21 maggio) ha quasi rischiato il congelamento di mani e piedi.
L’uomo, 33 anni, si trovava nella zona tra Forcella Giau e Forcella Col Piombin. Stava percorrendo il sentiero 436 quando ha perso una scarpa in un tratto innevato. Nel tentativo di recuperarla, però, si è messo a scavare e ha cominciato ad accusare un principio di congelamento a mani e piedi.
La segnalazione a Soccorso alpino è arrivata verso le 14.30. L’elicottero è subito volato nella zona dove si trovava l’escursionista, l’ha recuperato e portato all’ospedale di Cortina per le verifiche del caso.
Poco dopo la Centrale del 118 ha ricevuto diverse telefonate da persone che avevano sentito rumori e richieste di aiuto provenire da una zona tra la Piccola e la Grande delle Tre Cime di Lavaredo. L’elicottero si è portato nel punto indicato e sorvolando la Piccola ha appurato che c’era una cordata con problemi lungo la normale a circa 2.600 metri di altitudine. Mentre saliva con la compagna, infatti, uno scalatore trentino di 38 anni era volato riportando un sospetto politrauma. Sbarcati con un verricello di 40 metri, personale medico e dal tecnico di elisoccorso hanno provveduto a prestare le prime cure all’uomo, che si trovava in sosta con la donna ed è poi stato imbarellato. Sia l’infortunato che la compagna sono stati verricellati a bordo. L’elicottero è infine partito in direzione dell’ospedale di Treviso.
In mattinata invece, intervento in zona Longarone, per un’escursionista triestina di 24 anni, bloccata lungo la Ferrata della memoria. La ragazza, colta da un malessere generale e un attacco di panico, non era più in grado di continuare. È dovuto intervenire il Soccorso alpino di Longarone.