Lupo specie “meno” protetta, alla Lega piace la decisione della Commissione europea

Lupo specie “meno” protetta, alla Lega piace la decisione della Commissione europea

Modifica dello status dei lupi da “specie altamente protetta” a “specie protetta”: la Lega provinciale plaude la decisione della Commissione europea. «Quanto sta accadendo è la conferma del fatto che il problema esiste – dichiara l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin – e che è necessario adottare soluzioni che fino ad ora non era possibile adottare».

La modifica dello status del grande predatore aprirebbe infatti nuove prospettive rispetto ai problemi della convivenza con gli allevatori e del possibile contenimento della specie e darebbe risposta a una richiesta, arrivata a più riprese in questi anni, da chi per professione o per hobby alleva bovini e caprini. Il confronto che si aprirà nei prossimi mesi in seno alla Commissione e alla convenzione di Berna è infatti, per i rappresentanti della Lega provinciale, la dimostrazione di come oggi la convivenza tra l’uomo e il grande predatore sia resa impossibile da uno squilibrio rispetto alla diffusione dell’animale nel territorio, il suo trattamento e, di contro, gli strumenti di contenimento e di protezione possibili. «Il lupo non ha predatori e come tale il suo numero continua a crescere, spesso a scapito degli allevatori di montagna che garantiscono un presidio fondamentale per la difesa del suolo – prosegue Bottacin -. Non affrontare il problema, o affrontarlo in maniera inadeguata, come accaduto fino ad ora, rischia di creare nei paesi di montagna situazioni di rischio per l’incolumità pubblica». 

Fa eco il segretario provinciale, sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin che la difficile convivenza con il lupo la vive da vicino nel suo paese. «A Rocca pochi giorni fa sono stati visti undici, dico undici, lupi in una zona molto frequentata, una passeggiata amata dalla gente del posto e dai turisti – racconta -. Il lupo deve poter vivere tranquillo, ma nel suo ambiente e non a scapito della nostra sicurezza e serenità. Servono politiche che ne permettano il contenimento e scoraggino l’abitudine di avvicinarsi alle aree abitate, di entrare in paese e nelle periferie delle città». 

«Dopo anni di richieste di maggior attenzione da parte degli allevatori, oggi si inizia a ragionare a livello europeo su nuovi strumenti, questo è un bene ed è un buon segnale per gli abitanti delle nostre montagne – prosegue De Bernardin -, non possiamo permetterci l’abbandono dei pascoli, per questo nel grande tema dello spopolamento va inserito anche un ragionamento sul lupo. Lasciamo che i lavori della Commissione europea vadano avanti, li seguiremo con speranza e ottimismo, nel frattempo invito ancora una volta le persone a non avvicinare i selvatici, di nessuna specie, per dare loro da mangiare perché così facendo si innescano abitudini e una familiarità con gli umani che non sono né naturali né sane per noi ma, prima di tutto, per gli stessi animali».

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