Una cerimonia intensa e carica di significato ha riunito, a Longarone, rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, autorità civili e militari per celebrare la Festa dell’Arma del Genio.
L’iniziativa, promossa dalla sezione bellunese dell’ANGET (Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori d’Italia), è stata organizzata con il supporto del Gruppo Alpini di Longarone.La cerimonia si è svolta davanti al monumento dedicato ai Genieri Alpini Florindo Pretto e Giovanni Urriani, caduti il 9 ottobre 1963 durante il disastro del Vajont, mentre erano in servizio nella Compagnia Genio Pionieri della Brigata Alpina “Cadore”.
Il momento più toccante è stato la deposizione floreale e il solenne alzabandiera, simboli di un impegno a non dimenticare chi ha sacrificato la vita per il bene comune.Nel suo intervento, il Colonnello Riccardo Maria Renganeschi, presidente ANGET Belluno, ha ricordato i 107 anni di storia dell’Arma del Genio, sottolineando il ruolo fondamentale svolto in guerra e in pace: “Tenaci, infaticabili e modesti”, come recita la motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare. Un pensiero speciale è stato rivolto a Giuseppe Levis di Codissago, recentemente scomparso, autore della targa commemorativa in ottone posta sul monumento in occasione del sessantesimo anniversario del Vajont.
A portare il saluto dell’Amministrazione comunale è stato il consigliere Ludovico Tabacchi, che ha condiviso un ricordo personale del nonno, geniere nella Divisione Julia durante la campagna di Russia con l’ARMIR, tra il 1942 e il 1943. La cerimonia si è conclusa con un messaggio di speranza e continuità: «Che il nostro esempio possa essere faro per le generazioni future, e che il nostro spirito possa vivere ancora a lungo, forte e coeso, sotto il segno del Genio».