Lombardi e Masut: la Dolomiti Bellunesi ha due numeri 1

Lombardi e Masut: la Dolomiti Bellunesi ha due numeri 1

A custodia dei pali, di una difesa, ma anche di un’amicizia. Sì, perché prima di essere portieri, Lorenzo Lombardi e Marco Masut sono soprattutto amici. Veri amici. E non è affatto scontato, se si considera che ogni domenica a disposizione c’è una sola maglia da titolare. Ma la fortuna della SSD Dolomiti Bellunesi è quella di non avere un primo e un dodicesimo, bensì due numeri 1: Lorenzo e Marco. Lombardi e Masut. Conosciamoli meglio, attraverso un’intervista doppia. 

Cosa vi ha spinto a scegliere la via dolomitica? 

Lombardi: «L’ambizione della società». 

Masut: «Questa è una realtà che ambisce a diventare grande: rappresentava l’occasione perfetta per continuare a giocare nel calcio che conta. Non è un club professionistico? Posso affermare al 100 cento che lo è lo stesso».

Soddisfatti del vostro rendimento finora? 

Lombardi: «Sì, direi di sì. Fino a questo momento posso ritenermi soddisfatto». 

Masut: «Ho sempre lavorato al meglio. All’inizio non ho avuto possibilità di mettermi in mostra, però non ho mai mollato e ora sono contento delle ultime partite disputate». 

Quali caratteristiche deve avere un buon portiere? 

Lombardi: «È necessario che trasmetta tranquillità e sicurezza. E che pari, ovviamente». 

Masut: «Deve essere agile, rapido e sicuro. Il portiere è il miglior amico dei difensori, quindi è importantissimo instaurare un buon rapporto con gli altri compagni».

Il vostro punto di forza? 

Lombardi: «L’abilità tra i pali».

Masut: «La grinta». 

E il punto debole? 

Lombardi: «Il piede sinistro. È decisamente migliorabile». 

Masut: «L’altezza. Mi servirebbe qualche centimetro in più». 

La parata da raccontare ai nipotini? 

Lombardi: «L’anno scorso, in una sfida tra Belluno e Chions: allo scadere del tempo, ho tolto un pallone dall’incrocio dei pali, dopo un colpo di testa». 

Masut: «In Ternana-Pordenone, un bell’intervento sotto il sette. Qui alla Dolomiti Bellunesi, invece, direi la parata sulla punizione contro il Delta: ci ha permesso di acquisire fiducia in noi stessi».

Il modello da imitare? 

Lombardi: «Ederson, estremo difensore brasiliano del Manchester City. E la sua tranquillità». 

Masut: «Buffon».

La persona a cui chiedere un consiglio? 

Lombardi: «Mister Lorenzo Cima». 

Masut: «All’allenatore dei portieri, l’unico che sa davvero cosa significhi interpretare il nostro ruolo e che, avendo esperienza, ci può aiutare nei momenti di difficoltà». 

Come è il rapporto fra voi portieri? 

Lombardi: «Abbiamo un forte legame di amicizia». 

Masut: «Siamo un bel gruppo, ci divertiamo, ma sempre andando a mille. C’è grande rispetto da parte di tutti e ci sproniamo a vicenda. Per questo, ogni giorno, siamo sempre più forti».

Obiettivi per la seconda metà di stagione? 

Lombardi: «A livello di squadra, spingerci il più in alto possibile». 

Masut: «Rimanere nelle zone di vertice. Se continuiamo così, sono gli avversari che devono avere paura di noi». 

Babbo Natale è un po’ in ritardo e avete la possibilità di chiedere tre regali: quali sarebbero? 

Lombardi: «Me ne bastano due. Chiederei il ritorno alla normalità senza più il Covid. E raggiungere il professionismo con la Dolomiti Bellunesi». 

Masut: «Vorrei che in questo periodo tutto filasse per il verso giusto, delle nuove scarpe da calcio. E un po’ di centimetri…».

Fonte: comunicato stampa

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